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Trieste, in pensione la preside della Svevo, Reppini: «Qui lascio il mio cuore»

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TRIESTE. Nell’ultimo spettacolo teatrale i ragazzi della scuola media sono usciti sul palco con un maxi striscione “Dedicato a te preside”. È una delle tante manifestazioni di affetto espresse negli ultimi mesi nei confronti di Marina Reppini, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Italo Svevo, da pochi giorni in pensione. Un impegno lungo undici anni il suo nell’I.c. più numeroso della città dopo il Dante, e dopo i recenti accorpamenti di scuole, che conta quasi mille studenti attualmente. Dopo un impiego nelle biblioteche, già a contatto con bambini e ragazzi, è arrivato il ruolo di dirigente scolastica. «Quando ho scelto questo istituto comprensivo è stato amore a prima vista - ricorda Reppini - perché questa scuola mi è subito piaciuta moltissimo. Ed è un amore che è continuato nel corso del tempo e che continuerà, perché qui lascio un pezzo del mio cuore».

Anni di lavoro e dedizione hanno permesso di far crescere notevolmente il numero di alunni. «Quando sono arrivata erano presenti 14 classi alle medie - spiega - ora sono 24, è la fascia che è più aumentata in termini di iscritti, un risultato importante, considerando il calo demografico presente in città. Un successo dovuto alle tante attività proposte, ai servizi e alle opportunità realizzate per gli studenti. Quest’anno ad esempio si aggiunge anche una sezione che punta molto sui laboratori, in via sperimentale. Fondamentale è stato anche il supporto di diverse associazioni, che ci hanno consentito di arricchire l’offerta formativa». Ripercorrendo il tempo trascorso alla guida del plesso, la presidente sottolinea la presenza «di un corpo docente e di tutto il personale in generale con cui abbiamo condiviso molto. Siamo riusciti a creare un ambiente dove venire a lavorare non era un peso, è stata una sorta di "seconda casa" per tutti noi. È stato così anche con gli studenti. Uno dei ricordi più piacevoli - spiega - è il mio primissimo giorno, quando ho dato il benvenuto a tutte le classi prime. Alcuni bambini sono venuti ad abbracciarmi, altri mi hanno donato piccoli regalini. È stato molto commovente».

La dirigente ha instaurato proprio con gli studenti un legame speciale, in particolare con quelli delle medie. «Alla fine delle lezioni venivano spesso da me, per parlare, con tanti si è creato un rapporto di fiducia e di rispetto. Avevano bisogno di essere ascoltati e io ci sono sempre stata. Credo sia la chiave giusta per vivere la scuola al meglio. Voglio sottolineare - aggiunge - che anche con le famiglie siamo riusciti a creare un buon feeling, nonostante l’età delle medie sia forse quella più difficile da affrontare nella fase di crescita». Un tessuto cittadino complesso quello del bacino d’utenza della grande scuola di via Svevo, ma «si è lavorato molto per creare sempre un’atmosfera serena e per venire incontro a tutte le esigenze delle famiglie. Certo - evidenzia - c’è stato un grande impegno, ripagato però dalle risposte positive di bambini e ragazzi, in termini di iscrizioni e partecipazione».

L'istituto comprensivo, va ricordato, è composto da cinque scuole in tutto, che hanno sede nei rioni di Chiarbola e Servola: le primarie Biagio Marin, Ezio De Marchi, San Giusto e Domenico Lovisato e la scuola secondaria di primo grado Italo Svevo. I giovani hanno voluto dedicare a Reppini anche l’ultimo spettacolo teatrale, messo in scena al Bobbio, uscendo sul palco con un grande striscione tutto per lei, «è stata un’emozione incredibile - dice la preside - sono stati stupenti. Ma anche all’ultimo collegio docenti ho ricevuto tante sorprese, cori, poesie, lettere e pensieri molto belli». Ma cosa mancherà alla dirigente, che nei giorni scorsi ha salutato ufficialmente l’istituto? «Sentirò nostalgia di tutto, tranne della burocrazia - scherza - che negli ultimi anni è diventata sempre più complessa. Anche se siamo sempre riusciti a superare ogni ostacolo che in tal senso si è presentato davanti. Se devo scegliere un elemento soltanto, ciò che più mi mancherà saranno le relazioni, con il personale e con i ragazzi».