Il procuratore della Cpi rivela pressioni di leader mondiali per non chiedere l’arresto di Natanyahu e Gallant
Il procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) Karim Khan, in un’intervista alla BBC – disponibile da oggi sulla piattaforma podcast del network britannico – ha difeso la richiesta di mandati d’arresto nei confronto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del ministo della Difesa israeliano Yoav Gallant, oltre che per i leader di Hamas Yahiya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, sospettati di crimini di guerra e contro l’umanità.
Khan ha affermato che è importante mostrare che la corte applica gli stessi standard a tutte le nazioni in relazione ai crimini di guerra. Ha inoltre accolto con favore la decisione del nuovo governo britannico di ritirare la propria opposizione ai mandati di arresto.
Il procuratore ha anche sostenuto di aver subito pressioni da parte di alcuni leader mondiali affinché non emettesse i mandati.
Le richieste di arresto devono ancora essere approvate dai giudici della Cpi. Khan ha affermato che il primo ministro e il ministro della difesa israeliani sono sospettati di crimini quali l’uso della fame come metodo di guerra, l’omicidio, gli attacchi intenzionali contro popolazioni civili. I leader di Hamas, invece, sono accusati di crimini come sterminio, omicidio, presa di ostaggi, violenze sessuali e tortura.
Riguardo alla guerra in Ucraina, Khan ha espresso la sua convinzione che il presidente russo Vladimir Putin “vedrà l’interno di un’aula di tribunale”, citando esempi storici di leader mondiali portati davanti alla Corte.
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