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La rivincita dello shopping reale

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I negozi tradizionali non sono finiti. Ma per continuare a rimanere sul mercato - e contrastare la concorrenza della Rete - devono allargare la gamma dei loro servizi. Integrando fisico e digitale. Soprattutto in Italia, dove al 95 per cento dei consumatori piace la «bottega».


L’esplosione dell’e-commerce durante la pandemia aveva indotto alcuni analisti a prefigurare la fine dei negozi fisici. In realtà, anche se tante botteghe hanno chiuso e altrettante stanno soffrendo, il consumatore non ha detto addio del tutto al punto vendita tradizionale, semmai ha cambiato abitudini e la sua non è più solo una scelta binaria, o sul web o nel negozio. Gli acquisti sono diventati «omnicanale» e gli esercizi commerciali cambiano pelle per essere sempre più attrattivi. Tanti gli studi che testimoniano come il commercio stia evolvendo con l’innesto della tecnologia, ma l’esigenza del contatto fisico e visivo con la merce resta un must anche per il consumatore più digitale. Un’indagine di Netcomm NetRetail 2023 sottolinea che, dopo il boom delle vendite online durante il Covid, è in atto nel settore una sorta di «normalizzazione». Lo scorso anno oltre 33 milioni di italiani hanno fatto acquisti sul web, un numero stabile rispetto al 2022. Sono cambiate invece le abitudini di consumo degli e-shopper, cioè di coloro che acquistano online. Quattro volte su dieci s’informano sulla Rete prima di concludere un acquisto in un negozio fisico. Ma avviene anche il contrario: quasi un acquisto online su quattro (il 24 per cento, per l’esattezza) è portato a termine solo dopo essersi recati in un punto vendita fisico e aver chiesto informazioni.

Un prodotto dell’omnicanalità è ShopFully, tech company italiana leader in Europa, presente in 12 Paesi, che nasce proprio con la missione di collegare «i due mondi», spingendo i consumatori del web ad acquistare nei negozi fisici. Sui propri marketplace online (DoveConviene, Tiendeo, PromoQui e VolantinoFacile) ShopFully segnala i prodotti in offerta vicino casa, aiutando ogni mese 45 milioni di consumatori a risparmiare tempo e denaro nello shopping in negozio. Stefano Portu, fondatore e ceo di ShopFully, è convinto che i punti vendita continueranno a svolgere un ruolo fondamentale ma devono organizzarsi con servizi agili. Ovvero applicazioni per smartphone, casse automatiche e ricerca dei prodotti tra le corsie usando il proprio cellulare. la tecnologia deve semplificare la vita. Dall’indagine di ShopFully, The State of Shopping 2024, con il coinvolgimento di undicimila utenti nelle proprie app in tutta Europa, emerge che sebbene otto europei su 10 dichiarino di utilizzare il digitale per informarsi poi il 92 per cento di loro preferisce comprare in negozio. L’Italia è il Paese con maggiore preferenza per lo shop fisico, con il 95 per cento dei consumatori.

Persino Netflix, il colosso delle piattaforme streaming, ha deciso di aprire dal 2025, a partire dagli Stati Uniti per poi espandersi nel resto del mondo, locali fisici in cui le persone potranno fare esperienze legate alle loro serie tv preferite, mangiare e comprare abbigliamento. L’Osservatorio italiano per il commercio elettronico 2023 indica che il 43,3 per cento dei consumatori preferisce toccare il prodotto dal vivo e il 25,7 apprezza l’interazione con il venditore. Inoltre, il 24 per cento ritiene che spesso le informazioni online siano poco chiare e il 18,5 per cento teme l’efficacia dell’assistenza digitale. «I punti vendita tradizionali fanno parte della vitalità di un territorio, sono luoghi di incontro tra persone e contribuiscono a rendere le città più sicure» conferma a Panorama la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. E sottolinea che «quando un quartiere perde i suoi negozi, con le loro insegne luminose e la vita che li circonda, diventa più facilmente zone dove si espande la malavita».

Il commercio tradizionale, però, non può sottrarsi alla domanda di maggiori servizi. Alcuni esempi già ci sono come il Conad Tuday a Verona, un supermercato completamente automatizzato con sensori e telecamere che rilevano i prodotti presi dagli scaffali e effettuano già il conto da pagare alla cassa automatica. Al Mid, il Milano Innovation District, l’area in cui sono stati riconvertiti gli edifici di Expo 2015, ha aperto Esselunga Lab dove il cliente, dopo aver prelevato gli articoli dagli scaffali, può recarsi nell’area self-checkout in cui trova già la lista degli acquisti. Il pagamento avviene alla cassa automatica o tramite l’app Esselunga. Mondadori, con Mondadoristore, il sito di e-commerce, integra l’online con i negozi fisici. Un libro può essere prenotato online, scegliendo da un catalogo con oltre un milione di titoli e ritirato nello store più vicino a casa. Starbucks quando ha aperto a Milano, per vincere la diffidenza degli italiani verso il caffè americano, ha proposto un punto vendita che combinava tradizione e innovazione. Così ha creato una sorta di boutique del caffè: oltre a servire la bevanda, si tostano i chicchi al momento. I clienti possono ordinare i prodotti in anticipo, pagare direttamente attraverso l’app e poi passare a ritirare l’ordine in negozio.