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Ultraleggero precipitato, la sofferenza dell’amico di Alessandra: «Eri tornata a sorridere»

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Da quel maledetto lunedì 2 settembre il respiro del paese si è fermato. La tragica morte di Alessandra Freschet, la quindicenne di Roveredo in Piano deceduta dopo lo schianto con l’ultraleggero a Premariacco insieme al suo istruttore di volo Simone Fant, ha sconvolto un’intera comunità, che alle parole ha preferito il silenzio nel rispetto del dolore dei familiari. Il tempo della parole verrà.

I luoghi del cuore

Fino all’altro giorno la si vedeva camminare insieme alla mamma Elisa o al papà Roberto lungo le vie del centro, poi lunedì 2 pomeriggio, improvvisa e raggelante, la notizia che nessuno avrebbe mai immaginato.

Di una vita e un sogno spezzati per sempre. Ma il silenzio rispettoso di chi la conosceva non cancella tutto ciò che parla di lei pur non avendo voce.

Sono tanti gli angoli del paese che raccontano di Alessandra. Dalle scuole medie in via Cojazzi, dove ha studiato fino a due anni fa, alla cartoleria in via XX settembre, fino alle stradine vicino casa, a due passi dalla base di Aviano, da cui decollano e atterrano gli aerei che le facevano alzare lo sguardo ad ogni rombo dei motori.

Basta il passaggio di un jet a riportare il pensiero su di lei.

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Il dramma

I genitori restano chiusi nel dolore. Il giorno e la notte sono diventati la stessa cosa nell’assenza di una figlia che non c’è più, portata via per sempre da quelle ali che dovevano farla volare verso il suo sogno: mettersi un giorno ai comandi di un aereo.

Parlare diventa difficile, anche solo per ricordare Alessandra, che per tutti sembra ancora qui sorridente e spensierata come le ragazze della sua età. Forse Roveredo non ha ancora realizzato quello che è successo, il paese è ammutolito.

Ogni tanto si divertiva a fare qualche video che arricchiva con le sue musiche preferite e poi postava nel suo profilo Tik Tok, momenti di gioia che resteranno lì.

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Gli Amici

Ma ci sono anche gli amici che frequentava nelle ore libere, a scuola. Soffrono anche loro, ragazzi e ragazze e di più chi aveva con lei un rapporto più stretto fatto di complicità e sentimenti che nascono tra le strade del paese, i banchi di scuola, coltivando le stesse passioni.

Scambiandosi le frasi tipiche degli innamorati. “La mia piccolina, fino a 10 minuti prima stavi piangendo ed ero riuscito a farti tornare a sorridere”. Anche quel sorriso immortalato in un post resterà per sempre.

Intanto il sindaco Paolo Nadal, insieme all’amministrazione comunale, sta valutando di concerto con il prefetto Natalino Domenico Manno la proclamazione del lutto cittadino nel giorno delle esequie, come è stato fatto in passato per altre vicende tristi che hanno segnato la comunità di Roveredo in Piano.

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