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Immondizie e siringhe, in via dell’Istria a Trieste: nell’androna regna ancora il degrado

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TRIESTE Sempre peggio. L’androna delle palazzine Ater racchiusa tra via dell’Istria e via Molino a vento ha raggiunto ormai livelli impressionanti. Come una periferia dimenticata. Invece siamo proprio di fronte alla chiesa dei Salesiani e a poche decine di metri dalla caserma dei Carabinieri e dall’ospedale infantile Burlo Garofolo.

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È lo spazio dove in genere si radunano i gruppi di ragazzini, spesso minorenni, sia triestini che stranieri. Il “covo” dei maranza, così era stato etichettato a fine maggio quando i residenti avevano segnalato la presenza di numerosi giovani ritenuti protagonisti di una serie di angherie, atti di vandalismo e pure di bullismo che avevano creato molta preoccupazione tra i residenti. Una situazione tracimata poi in fatti ancora più gravi: rapine, minacce e pestaggi continui per mano di adolescenti nei confronti dei coetanei. E anche degli studenti che frequentano le medie alla vicina Bergamas. Non a caso l’area esterna dell’istituto scolastico era stata oggetto di particolari controlli, con la presenza fissa degli agenti della Polizia locale e delle pattuglie dei Carabinieri che presidiavano la zona negli orari di uscita dei minori così da evitare aggressioni.

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Nei mesi scorsi Il Piccolo aveva documentato il contesto in cui si era sviluppato tutto ciò, mettendo al corrente l’Ater, il Comune e la Polizia locale. Era il 28 maggio. L’Ater, dal canto suo, assicura di aver provveduto a varie pulizie ordinarie dell’androna e che le gravi condizioni igieniche sono dovute a una «reiterazione» di comportamenti evidentemente incivili da parte di chi frequenta quell’androna e che quindi lo scenario si è ripresentato.

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Il Comune, per voce dell’assessore alle Politiche della sicurezza cittadina Caterina De Gavardo, sostiene che la Polizia locale non ha ricevuto alcuna segnalazione a riguardo negli ultimi mesi, non dai residenti almeno, e che gli agenti del Nucleo interventi speciali hanno compiuto comunque più «passaggi di controllo» senza trovare nessuno.

I segni della presenza di persone, in quell’androna, sono comunque molto evidenti. I giovani, stando alle testimonianze di chi abita nel complesso condominiale Ater, nel periodo scolastico tendevano a ritrovarsi di mattina e negli orari di fine scuola; d’estate, invece, si danno appuntamento nel tardo pomeriggio e di sera.

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I residenti riferiscono di un viavai incessante, sopratutto di ragazzi stranieri. «Si vede gente che entra e che, dopo un po’, esce cercando di non farsi notare», racconta un cittadino che abita in un appartamento situato in prossimità dell’androna. «Ci sembra abbastanza chiaro che là dentro si spaccia. Altrimenti perché ci vanno?».

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La scalinata che porta verso il garage dell’interrato è una specie di cunicolo infernale. L’odore di urina e di escrementi rende quasi impossibile respirare. Percorrendo i gradini si deve fare molta attenzione a dove si mettono i piedi. C’è sporcizia dappertutto, a cumuli: oltre alle deiezioni, si contano innumerevoli lattine di birra, bottiglie di plastica, frammenti di vetro, mozziconi e pacchetti di sigarette, avanzi di cibo, cartoni di pizza, contenitori di alimenti, un piccione morto, borse di plastica, un ombrello rotto, cartoni bruciati, cartine utilizzate per preparare sigarette e spinelli, involucri di cioccolato, di biscotti e di merendine. E, ancora, succhi di frutta, una poltrona, un borsone con dentro calcinacci (sembrano residui di lavori edili) e altre lattine, bottiglie e borse di plastica fino a dove termina la rampa.

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Su un gradino, poco sotto l’imbocco della scalinata, si nota anche una siringa di quelle che generalmente vengono utilizzate per le iniezioni di eroina.

I muri attorno sono lordati da graffiti e scritte, anche offensive nei confronti delle forze dell’ordine. Confrontando le immagini fotografiche scattate a fine maggio, queste scritte sembrano nuove: aggiunte sopra a quelle vecchie. Lungo la parete che circonda l’androna, quella situata in prossimità della stradina che collega la parte alta di via Molino a vento con via dell’Istria (all’altezza del civico 84, dove un tempo si trovava una storica cartoleria), è visibile la scritta “Albania” in formato maxi; po, accanto, un cuore e la dedica “sei la mia vita”.

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Dentro, nell’androna, gli scarabocchi dei writer hanno ricoperto i muri ancora intonsi, quelli finora non utilizzati per i murales decorativi realizzati dai ragazzi che prendono parte ai progetti di aggregazione giovanile delle onlus che operano nelle iniziative di educativa di strada e di supporto scolastico, proprio per contrastare la marginalità di questi adolescenti.

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Ma è anche l’enorme quantità di ammorbante spazzatura che allarma. Oltre allo spaccio. Tutto questo sotto le finestre della abitazioni. La gente è esasperata, non ne può più di vivere in condizioni del genere: è come abitare accanto a una discarica. La puzza si avverte anche sotto, in strada, a pochi metri dalla chiesa dei Salesiani.