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Tendopoli al Boschetti, ecco il nuovo rifugio dei senzatetto in città

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Un vecchio trapuntino per tetto, un consumato materassino di gommapiuma come porta d’ingresso. Poco di più si trova all’interno, tra una scodella di latta e qualche coperta che, arrotolata e ripiegata su sé stessa, fa da materasso alle solitarie notti ai margini della società: è questo quanto di più simile alla definizione di «casa» per un ignoto senzatetto.

Siamo nell’area transennata dell’ex piazzale Boschetti, all’ombra di quel che resta delle palazzine liberty che dominano sul parco Tito Livio. Entrare non è difficile, basta volerlo: tanti sono i varchi creati dai residenti della piazza negli ultimi anni.

Non distante si trova la statua dell’Alpino inaugurata lo scorso maggio: un simbolo di pace e di riconciliazione che volge il suo sguardo verso un nuovo orizzonte. Alle sue spalle si trova invece la mini tendopoli.

Sempre nel piazzale abbandonato del parco intitolato a Tito Livio, dove i lavori di riqualificazione sono attesi per questo autunno, prendono forma altre capanne costruite con materiali di recupero trovati qua e là ai margini della città, a bordo strada, nei cestini.

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Scarti diventati casa

Gli scarti dei padovani sono diventati casa per altri. In alcuni casi delle vecchie stampanti dismesse sono diventate puntelli per le pareti in lamiera di alcuni giacigli di fortuna.

Condizioni di miseria e disagio che mettono prima di tutto in pericolo gli stessi occupanti di quegli spazi. Scarso igiene e assenza completa di bagni sono alcune delle drammatiche carenze di quella vita isolata e solitaria al limitare della società.

Questo tipo di bivacchi solitamente sono un fenomeno tipicamente invernale, dove i clochard cercano di creare luoghi in cui potersi scaldare dalle giornate più rigide. In alcuni casi anche con esiti fatali.

Come il decesso per esalazioni di monossido di carbonio da parte di tre giovani senzatetto all’interno dell’ex Congigliachi la notte dell’Epifania di quest’anno: avevano acceso un fuoco per scaldarsi ma, una volta spenta la brace, la stanza si è riempita di fumi tossici uccidendo i tre ragazzi nel sonno.

Degrado in stazione

Queste capanne, proliferate gli scorsi mesi nell’ex piazzale Boschetti, tornano a far riflettere sul tema del degrado in Stazione.

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Gli interventi di prevenzione e repressione della polizia gli scorsi giorni hanno avuto la conseguenza di allontanare alcuni soggetti (in alcuni casi anche potenzialmente pericolosi) dalla Stazione.

Però, un po’ come il principio dei vasi comunicanti, le situazioni di disagio hanno trovato sfogo altrove. In questi giorni sono aumentati i giacigli nel parco Tito Livio, così come sono tornati in pianta stabile anche i bivacchi nei sottoportici di piazza Salvemini.

Qui le amministrazioni del Tribloc e comunale avevano trovato un accordo per l’installazione di una cancellata da chiudere la notte. Cancellata, almeno per ora, assente.

Un rapido passaggio in piazza è bastato per notare alcuni tossicodipendenti nell’atto di iniettarsi sui polpacci le sostanze stupefacenti. Potrebbe allora essere questione di tempo prima del prossimo blitz delle forze dell’ordine in piazza Salvemini.