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Il sostegno dei monfalconesi ai marittimi della nave Al Filk : in arrivo i primi viveri

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MONFALCONE Il salvagente della solidarietà è stato lanciato verso gli undici marittimi della Al Filk, la nave dallo scorso 8 febbraio detenuta a Portorosega a causa di 61 deficienze riscontrate a bordo dalla Direzione marittima di Trieste.

L’equipaggio vive in uno stato di estrema precarietà, perché dal 2 agosto assiste a un generale black-out elettrico causato dal guasto al generatore ausiliario. I pezzi di ricambio giunti ai fini della riparazione si sono infatti dimostrati inadatti e così il personale non può utilizzare fornelli o frigoriferi né fare una doccia (per l’igiene utilizzano un bidone da 200 litri di acqua che prelevano dai vicini piazzali, su gentile concessione, e si puliscono all’aperto), mentre per l’illuminazione sono costretti a usare torce e cellulari che ricaricano alla palazzina della Cpm, sempre grazie alla disponibilità degli operatori portuali.

Nei giorni scorsi un reportage de Il Piccolo (Gruppo Nem) sulla situazione di questi marittimi, ingaggiati per lavorare e ora «lasciati abbandonati» all’accosto 1, come loro stessi hanno denunciato, ha acceso un faro su tale difficile situazione. E qualcosa si è mosso.

Un cittadino di 77 anni, Brian Harland, attivo nel mondo della solidarietà, ha avviato una raccolta di generi alimentari, non deperibili e di prima necessità, al Despar di Ezio&Walter a Ronchi dei Legionari, che assicura anche il trasporto con il furgone aziendale della merce, e oggi consegnerà le prime scatole di viveri ai marittimi. Si tratta di confezioni da sei bottiglie di acqua, latte a lunga conservazione, pane a fette, zucchero, marmellata, fette biscottate, mele in sacchetto, frollini, tonno, carne e legumi in scatola, più la carta igienica. Quanto serve alla sussistenza, insomma.

La cosa bella è che la mobilitazione ieri lanciata ha già raccolto, nel pomeriggio, l’adesione di una signora di Staranzano: una pensionata che percepisce 700 euro al mese. La donna ha voluto donare acqua e altre cose. «Al telefono mi ha commosso», spiega Harland, attivo con la Caritas e l’Emporio solidale. Oggi consegnerà quanto raccolto al Lisert, su concessione dell’Autorità portuale, che ha reso possibile la staffetta della solidarietà. Essendo lo scafo anche oggetto di sequestro penale da parte della Procura di Gorizia, il cittadino chiaramente non potrà salire a bordo, ma resterà fuori dallo scalo e la consegna sarà effettuata da personale munito di permesso a transitare oltre il varco doganale.

Uno gesto tangibile, dunque, da parte anche di semplici cittadini a supporto degli 11 marittimi della Al Filk. «Non sono italiani – conclude Harland – ma sono esseri umani». Il territorio, non è indifferente alla loro complicata situazione. —

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