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US Open: che musica, il violino di Muchova strega Haddad Maia. La ceca in semifinale

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K. Muchova b. [22] B. Haddad Maia 6-1 6-4
(in collaborazione con Giovanni Pelazzo)

Karolina Muchova supera in due set Beatriz Haddad Maia e si qualifica per la semifinale nella parte alta del tabellone, dove aspetta la vincente del quarto di finale tra Swiatek e Pegula. La tennista ceca prosegue il suo percorso netto e approda per il secondo anno consecutivo tra le ultime quattro dello Slam americano, alla ricerca della seconda finale Major dopo Parigi 2023.  Il momento è per lei fortemente propizio, dal momento che, non avendo giocato dallo scorso US Open al giugno di quest’anno, per almeno dieci mesi non ha punti da difendere e può così puntare al ritorno in top ten.

Muchova ha attinto con generosità da una cassetta degli attrezzi vasta e diversificata, confondendo la rivale con un forcing di prima qualità per anticipo e profondità. Haddad Maia ha sofferto negli spostamenti e non è quasi mai riuscita a spedire i suoi colpi potenti con la necessaria stabilità, mentre in risposta non ha saputo disinnescare la battuta dell’atleta di Olomouc, capace di mettere il 76% di prime palle con un ritorno del 78%.
Questa semifinale è ancora più speciale di quella dell’anno scorso” – dice a caldo la vincitrice, pensando ai mesi lontani dall’agonismo dopo l’operazione al polso. Ottimo torneo comunque per Beatriz, ma con la Muchova di oggi non c’era proprio modo di brillare.

Primo set: Muchova travolgente, nulla da fare per Haddad Maia

L’inizio del primo quarto femminile di giornata sembra lasciar presagire ad un set equilibrato, con Karolina Muchova che parte al servizio ed è subito costretta a salvare due palle break, su cui non è certo impeccabile Beatriz Haddad Maia. Anche la brasiliana fatica parecchio nel suo primo turno di battuta, offrendo cinque break point e capitolando dopo un game da 14 punti (il più lungo del primo parziale).
Di equilibrato quindi, onestamente, c’è davvero poco: la ceca gioca splendidamente, manda continuamente fuori giri la sua avversaria con le sue variazioni e le strappa ancora la battuta, volando sul 5-0 dopo mezz’ora di dominio. Haddad Maia tiene comunque un atteggiamento esemplare, riesce a conquistare almeno un game e prova a sbloccarsi, ma Muchova va di fretta: 6-1 in 36 minuti.

Secondo set: Muchova trova il break e si smarrisce, poi si riprende e chiude il match

La tennista brasiliana deve spingere al massimo per strappare i punti alla ceca e ha l’obbligo di ingegnarsi per vincere più volte lo stesso palleggio; Beatriz riesce però a ottenere qualcosa di più con un atteggiamento maggiormente aggressivo che le consente di annullare una palla-break e si porta sul 2-1.
Muchova continua a servire con profondità e a scambiare in maniera analoga; con il dritto sposta la brasiliana e nondimeno la costringe a coordinarsi al meglio cercandola con fendenti centrali che, in particolare in uscita dal servizio, le creano molti imbarazzi nel disimpegno. Karolina disegna traiettorie magnifiche che aprono varchi difficilmente colmabili dalla tennista sudamericana e nel quinto game arriva il break. Potrebbe sembrare un ritorno alla storia del primo parziale ma la semifinalista della scorsa edizione si smarrisce improvvisamente in un game composto da una coppia di doppi falli e un’altra di dritti fuori misura che porgono alla rivale l’immediato contro-break.

Probabilmente vittima di un disturbo allo stomaco, la ceca palesa qualche segno di sofferenza sul volto ma si riprende grazie ad un piccolo intervento medico. La ragazza di Olomouc non si fa attendere e riprende in mano il comando delle operazioni, togliendo la battuta alla sua avversaria nel settimo game. Prima di servire sul 3-5 Haddad Maia scoppia in lacrime e deve sedersi per qualche minuto, forse vittima di una piccola crisi di panico che le impedisce, almeno a quanto sembra dal suo gesticolare, di respirare al meglio.
Fortunatamente riesce a tornare in campo: la brasiliana difende il turno al servizio ma nel nono game non può nulla e Muchova chiude con un ace al centro.