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Сентябрь
2024

Balneari, si allunga la trattativa con Bruxelles. Nell’ultima bozza gare entro il giugno 2027 ma i sindaci potranno muoversi prima

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Il testo era atteso al consiglio dei ministri di mercoledì pomeriggio. Ma i tempi sono destinati ad allungarsi: il tema delle concessioni balneari non compare all’ordine del giorno della riunione. La trattativa con Bruxelles sulla messa a gara delle spiagge per evitare il deferimento alla Corte di Giustizia europea dunque continua, così come il tentativo di trovare un accordo all’interno della maggioranza. Stando alle ultime bozze, il punto di caduta dovrebbe essere l’obbligo di avviare i bandi entro il 30 giugno 2027. Mentre il termine ultimo di efficacia delle concessioni in scadenza a fine 2024 sarebbe il 30 settembre di quell’anno. I Comuni avrebbero però facoltà di procedere prima di quella data. La patata bollente passerebbe insomma nelle mani dei sindaci e si continuerebbe a procedere in ordine sparso come già sta avvenendo in molte zone d’Italia.

Come già previsto nella legge sulla concorrenza varata durante il governo Draghi, un ulteriore differimento “non oltre il 31 marzo 2028” sarebbe concesso “in presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva, secondo le modalità stabilite, entro il 30 settembre 2027, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa, l’autorità competente”.

Quanto agli indennizzi, chiesti dalla categoria e “linea rossa” per il vicepremier Matteo Salvini, un decreto del ministero dei Trasporti di concerto con il ministero dell’Economia da emanare entro il 31 marzo 2025 dovrà definire i criteri per definirne la portata. Saranno a carico del concessionario subentrante e “pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione – si legge nel testo – ivi compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti ovvero in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge, al netto di ogni misura di aiuto o sovvenzione pubblica eventualmente percepita e non rimborsata, nonché pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni, stabilita sulla base di criteri previsti con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro il 31 marzo 2025″.

Secondo Mondobalneare, che la settimana scorsa aveva dato conto di un’altra bozza assai più generosa notando come fosse irricevibile per la Ue, il nuovo testo è un compromesso al ribasso perché scompare l’ipotesi di un indennizzo pari all’intero valore aziendale e sono “sfumati i paletti a favore degli attuali concessionari in fase di gara”, la prelazione anch’essa cara a Salvini che non piace a Bruxelles secondo cui “il punteggio premiante per i candidati con esperienza professionale rappresenta un vantaggio improprio agli uscenti”.

La durata della concessione non dovrà essere “inferiore ai cinque anni e non superiore ai venti anni” e comunque “pari al tempo necessario a garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti previsti dal piano economico-finanziario dell’aggiudicatario”. Le procedure di rinnovo dovranno essere avviate – dopo la prima tornata – “almeno sei mesi prima della scadenza” della concessione. “Entro il 31 luglio 2027” il ministro delle infrastrutture e dei trasporti dovrà trasmettere alle Camere una relazione sullo “stato delle procedure selettive al 30 giugno 2027, evidenziando in particolare l’esito delle procedure concluse e, per quelle non concluse, le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione”. L’anno dopo è prevista una relazione finale sulla “conclusione delle procedure selettive sul territorio nazionale”.

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