Rinasce il Grande raccordo anulare a Padova: il Tar boccia la Regione
«Non potevamo accettare che fosse cancellato tutto con poche righe di lettere di un dirigente».
È solo grazie alla caparbietà di Jacopo Silva, ex consigliere comunale civico oggi presidente della società Gra di Padova spa, che si è riaperta la partita per il Grande raccordo anulare, vale a dire l’alternativa autostradale a ovest della città che porta con sé anche una serie di opere complementari come la terza corsia dinamica sulla tangenziale est e la realizzatore di un nuovo canale scolmatore che contribuisca a completare l’idrovia Padova-Venezia.
A riaprire la partita sono stati infatti i giudici del Tar del Veneto che hanno accolto il ricorso della società e annullato gli atti della Regione che due anni fa hanno sancito il «non interesse pubblico» rispetto al project financing con cui si sarebbe dovuta realizzare l’opera.
«Un’opera che oggi, più di vent’anni dopo la sua ideazione, appare ancor più fondamentale vista la realizzazione della linea Sir2 del tram e del nuovo ospedale a Padova Est», chiarisce Silva.
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La decisione del Tar
Nel marzo 2022 un avviso firmato dalla direttrice dell’area infrastrutture della Regione Elisabetta Pellegrini – ufficio che dipende dall’assessorato gestito dalla vicepresidente Elisa De Berti – comunica alla società proponente il project financing la chiusura del procedimento, con la motivazione che la società «non ha adempiuto alla richiesta di aggiornamento della proposta progettuale e del relativo Piano economico-finanziario».
In pratica la Regione rimprovera alla società di non aver presentato alcun progetto alternativo (né uno studio di fattibilità economica) dopo che la Via (Valutazione di impatto ambientale) aveva dato parere negativo per la parte nord del progetto, vale a dire una nuova bretella da Limena a Cadoneghe lungo il Terraglione, che avrebbe attraversato l’area naturalistica del Tavello.
Così come era stato eliminato il progetto di una camionabile al posto dell’idrovia, preferendo realizzare proprio il canale con funzione di scolmatore, anche viste le criticità idrogeologiche che si sono registrate negli ultimi anni.
La società promotrice, però, aveva inviato a marzo 2021 alla Regione un nuovo documento con tre possibili varianti per risolvere i nodi sollevati dalla Via. Ma è stato giudicato insufficiente da Palazzo Balbi, che ha chiuso la procedura di project financing.
I giudici amministrativi, nell’udienza del 12 giugno scorso presieduta da Leonardo Pasanisi, hanno però sancito che «la Regione, prima di chiudere il procedimento, aveva quantomeno l’onere di dare riscontro alla nota di Gra del 29-3-2021, fornendo al promotore le indicazioni di massima per procedere alla elaborazione dei documenti necessari alla modifica della proposta».
Da qui l’annullamento dei provvedimenti della Regione e la riapertura della partita sul Grande raccordo anulare.
Società a disposizione
«Stiamo parlando di un’opera dovuta all’intuizione di Vittorio Casarin, quando era presidente della Provincia. Oggi, vent’anni dopo, se ne capisce il valore strategico – chiarisce il presidente della società Jacopo Silva – Ancor di più con tutto quello che è stato realizzato in questi anni dall’amministrazione di Sergio Giordani: dalle due nuove linee di tram all’ospedale di Padova Est».
Quanto al futuro dunque la società non fa alcuna richiesta: «Siamo a completa disposizione delle istituzioni – chiarisce Silva – Restiamo aperti al dialogo in qualsiasi direzione, nella logica del valore per il territorio».
Il progetto con le diverse opere
Il Grande raccordo anulare prevede principalmente la creazione di un’alternativa autostradale a ovest di corso Australia: un percorso di circa 15,6 chilometri dalla curva Boston fino a un nuovo casello autostradale sull’A4 localizzato a Ronchi.
Da lì verrebbe realizzato anche un nuovo tratto di tangenziale che si unirebbe alla già esistente tangenziale nord sempre correndo parallela all’A4. Ma sono poi previste anche opere complementari come la terza corsia dinamica in tangenziale est (cioè utilizzare la corsia di emergenza come corsia di marcia grazia a un sistema di segnalazioni diffuse, come avviene per la tangenziale di Mestre), e infine il canale scolmatore da Saonara a Mira.