Inflazione in lieve calo ad agosto (1,1%) ma corrono le tariffe di alberghi e ristoranti (+ 4,4%)
Scende lievemente il tasso di inflazione in agosto. Stando alle stime preliminari dell’Istat l’incremento medio dei prezzi è stato dell’1,1% rispetto all’agosto del 2023, a fronte dell’ 1,3% di luglio. Nel giro di un mese i prezzi dono saliti in media dello 0,2%. A frenare gli aumenti medi sono state le voci comunicazioni (- 6,8% su agosto del 2023) e le spese per energia, acqua, abitazione (- 1,4%) e trasporti (- 0,2%). Viceversa si segnalano incrementi dei prezzi ben superiori alla media per alberghi e ristoranti (+ 4,4%). Le spese per la salute sono rincarate dell’1,6%, aumenti nella media per abbigliamento e calzature e alimentari. Il sotto indice che include i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (il cosiddetto carrello della spesa), accelerano ad agosto su base annua da +0,7% a +0,9%.
“I Servizi ricettivi e di ristorazione, nota Massimo Dona dell’Unione nazionale consumatori, segnano il balzo più elevato tra le divisioni di spesa. Significa che, solo per fronteggiare i rialzi di alberghi e ristoranti, una coppia con due figli ha speso 108 euro in più su base annua. Per una coppia con 1 figlio il costo è di 97 euro in più, per una famiglia media l’esborso aggiuntivo è di 71 euro. Si approfitta della voglia di vacanze degli italiani per speculare”.
Il carovita frena anche nell’intera zona euro, passando dal 2,6% al 2,2%. Tra le principali componenti, salgono servizi (4,2%, dal 4% di luglio) e prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,4%, dal 2,3%). Calano beni industriali non energetici (0,4%, dallo 0,7%) e soprattutto energia (-3%, dall’1,2% di luglio). Tra i singoli paesi l’inflazione resta alta in Belgio (4,5%) ed Olanda (3,3%). In Germania scende al 2% dal 2,6% di luglio, in Francia al 2,2% dal 2,7%. In Spagna si riduce dal 2,9% al 2,4%. La frenata dell’inflazione gioca a favore di un taglio del costo del denaro da parte della Banca centrale europea.
La Banca centrale europea non dovrebbe abbassare i tassi di interesse troppo rapidamente perché “l’attuale livello dell’inflazione complessiva sottovaluta le sfide che la politica monetaria deve ancora affrontare”, ha però puntualizzato Isabel Schnabel, membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, annoverato tra i “falchi”, favorevoli a una politica monetaria restrittiva.
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