Tassa di soggiorno solo il 22% dei Comuni la applica
Tassa di soggiorno sì o no? In Italia i fronti da sempre sono due: i favorevoli e i “tourist tax free”. Sta di fatto che nel 2023 l’imposta ha generato quasi 775 milioni di euro di entrate, ma venendo applicata solo dal 22% dei Comuni aventi diritto. Nelle prossime settimane la revisione della tassa sarà al centro di un confronto tra governo e Comuni. Cosa succederà?
Gli ultimi dati (report del Centro Studi Enti Locali) certificano che ad incassare l'imposta sono stati solo 1.268 Comuni su 5.730 che avrebbero potuto farlo. Uno su cinque. Numeri in crescita (1.143 nel 2022, 1.059 nel 2021, 1.046 nel 2020 e 1.003 nel 2019), ma ancora molto limitati. L'imposta di soggiorno può essere applicata dai capoluoghi di provincia, dalle città d’arte e dalle località turistiche riconosciute dalle Regioni. Tuttavia, molti Comuni scelgono di non applicarla, per non rischiare di perdere visitatori. La tassa incide direttamente sui costi sostenuti dai turisti che quindi possono cambiare destinazione se è troppo onerosa.
Ad oggi Roma, Firenze e Milano sono in testa alla classifica per introiti assoluti. Ma guardando agli incassi pro-capite spicca Corvara in Badia, in Trentino-Alto Adige. Numerosi turisti e pochi residenti così qui si registrano 1.448 euro a abitante, contro una media nazionale di 26 euro. Nella top ten dei Comuni con i maggiori incassi per abitante ci sono Selva di Val Gardena e Avelengo e altre località in Trentino-Alto Adige. Al secondo posto c’è Limone sul Garda (1.404 euro). Ci sono anche Positano (614 euro) e Sestriere (648 euro). Dall’altra parte della classifica c’è il Molise, dove nessuno dei 56 Comuni ha applicato l'imposta tra il 2019 e il 2023, mantenendo il territorio completamente "tourist tax free". Solo dal 2024 Campobasso ha introdotto una tassa di soggiorno, fissata a un euro, la più bassa tra i capoluoghi di regione.
Fin qui i numeri. Ma cosa ne sarà della tassa di soggiorno? Il Ministero del Turismo è al lavoro da tempo su una revisione. Si ipotizza un aumento delle tariffe a seconda della struttura ricettiva: fino a 25 euro al giorno per pernottamenti in hotel extralusso da oltre 750 euro a notte, fino a 15 euro tra i 400 e i 750 euro, fino a 10 euro tra i 100 e i 400 euro e massimo di 5 euro per soggiorni sotto i 100 euro a notte. La riforma potrebbe anche estendere la tassa ad un numero maggiore di Comuni, arrivando a 7.902 contro i 5.730 attuali. Si discute anche della destinazione degli incassi. Oggi i fondi che arrivano dall’imposta sono utilizzati per finanziare il turismo. Si sta ragionando sulla possibilità di destinarli anche alla gestione dei rifiuti. Così riformata ci saranno più Comuni che applicheranno la tassa o crescerà ancor più il partito del tourist tax free?