Telegram sotto indagine a Bruxelles: violazione del Dsa
Il vero problema di Pavel Durov sono le regole digitali europee. Il Ceo di Telegram, arrestato a Parigi lo scorso 24 agosto, deve affrontare la questione penale sollevata dalle inchieste francesi, ma ora c’è anche l’indagine di Bruxelles, che potrebbe avere conseguenze non solo per lui, ma per il futuro di Telegram stesso. Secondo quanto riportato dal Financial Times la Commissione europea sta indagando infatti su una presunta violazione da parte della piattaforma di Durov del Digital Serveces Act (Dsa). Durov ha truccato i numeri per fuggire alle limitazioni europee?
Il regolamento europeo è entrato in vigore lo scorso febbraio e prevede sanzioni severe per le trasgressioni agli obblighi stabiliti. Si arriva a multe del 6% del fatturato globale. Non indifferente per l’app di messaggistica criptata che ha un valore di 15,5 miliardi di dollari (secondo Forbes). I funzionari europei sospettano che Telegram abbia dichiarato un numero di utenti nell’Unione europea inferiore alla verità (41 milioni) per evitare di superare la soglia dei 45 milioni stabilita dal Dsa che fa scattare una supervisione più severa e misure come la moderazione dei contenuti. A febbraio la piattaforma guidata da Durov aveva comunicato la cifra dei 41milioni, mentre questo mese si è limitata a parlare di "un numero significativamente inferiore ai 45 milioni di utenti attivi ogni mese in media nell'Ue". Già la mancata comunicazione dei dati aggiornati è una violazione al Dsa. E in più c’è il fondato sospetto che i 41milioni siano stati “scelti” ad hoc. "Abbiamo un modo, attraverso i nostri sistemi, per determinare quanto siano accurati i dati degli utenti", ha spiegato Thomas Regnier, portavoce della Commissione per le questioni digitali. "E se pensiamo che qualcuno non abbia fornito dati accurati sugli utenti, possiamo assegnarli noi unilateralmente sulla base della nostra stessa indagine".
L’indagine europea si aggiunge a quella francese che la scorsa settimana ha portato all’arresto del Ceo di Telegram, accusato di essere complice dei reati commessi sulla piattaforma. Dopo quattro giorni di fermo è stata concessa la libertà condizionata con 5milioni di euro di cauzione, oltre all’obbligo di non uscire dalla Francia fino al processo. Due inchieste, dunque, con potenziali conseguenze importanti per la l’app di messaggistica criptata da milioni di utenti in tutto il mondo.