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Август
2024

Una reliquia del beato Carlo Acutis sarà esposta nella chiesa di San Giacomo a Clauzetto

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Da domenica, al termine della messa delle 11 officiata da don Italico José Gerometta, parroco delle parrocchie della Val Cosa-Val d’Arzino, una reliquia dei capelli del beato Carlo Acutis sarà esposta permanentemente nella chiesa di San Giacomo, a Clauzetto.

Un’importante iniziativa promossa dal pievano: «L’opportunità di avere una reliquia del Beato Carlo Acutis nasce da una mia personale richiesta rivolta alla signora Antonia Salzano Acutis, mamma del Beato. La signora Antonia, molto impegnata a divulgare l’esperienza di questo ragazzo, le cui virtù sono note a tutti, ci ha concesso questo dono».

La scelta di Clauzetto non è casuale, considerato che la chiesa di San Giacomo è nota ai fedeli perché già custodisce la reliquia del Preziosissimo sangue di Gesù, portata in paese da Costantinopoli nel 1755 da un mercante che aveva lavorato a lungo per la Serenissima Repubblica di Venezia. Non solo: «Alcuni anni fa, proprio qui – ricorda don Gerometta – promuovemmo una mostra dedicata al beato Carlo Acutis, rimasta impressa nei cuori di molti. In un mondo non sempre aperto ai valori cristiani ma più semplicemente ai valori umani, la testimonianza offerta da questo ragazzo, che a quindici anni ha dato un esempio straordinario di come si vive nella salute e, soprattutto, come si vive nella malattia, volendo bene a tutti, è davvero qualcosa di straordinario».

Nato a Londra nel 1991, Carlo Acutis era un adolescente del nostro tempo, grande appassionato di informatica. Partecipava ogni giorno all’Eucaristia, all’adorazione eucaristica e al rosario, affidandosi alla Madonna. Morì nel 2006, per una leucemia fulminante offrendo la sua vita per il Papa e per la chiesa.

La sua vicenda aveva suscitato commossa ammirazione. La figura di Carlo è possibile riassumerla in questa sua frase: «L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo».

Chiese ardentemente ed ottenne di ricevere la Prima comunione a sette anni. Ha vissuto gioiosamente i suoi quindici anni. Ragazzo sportivo ed esperto con i computer tanto da leggersi i testi di ingegneria informatica lasciando tutti stupefatti e questa sua dote la poneva al servizio del prossimo. Si preoccupava per tutti, soprattutto per i poveri. Stare vicino a Carlo era come stare vicino a una fontana d’acqua fresca. Maturò un amore vivo per i santi, per l’Eucaristia, fino ad allestire una preziosa mostra sui miracoli eucaristici. Carlo non ha mai nascosto la sua scelta di fede. Aveva un’interiorità cristallina e festante che univa l’amore a Dio e alle persone in modo gioioso e vero. È stato un giovane cristiano felice e autentico. Custodiva con fermezza il valore della purezza.

L’eroicità con cui ha affrontato la sua malattia e la sua morte hanno convinto molti che in lui c’era qualcosa di speciale. Quando il dottore che lo seguiva gli chiese se soffriva molto, Carlo rispose: «C’è gente che soffre molto più di me!». Amava dire: «Tutti nasciamo originali, ma molti muoiono da fotocopie». Lui stesso ha desiderato essere sepolto ad Assisi, la città di San Francesco che lui ha sempre amato, nel santuario della Spogliazione, dove il 10 ottobre di quattro anni fa è stato beatificato.