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Август
2024

Carema, partenza lenta ma per questo vino c’è ancora speranza

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CAREMA. Non è stata una stagione facile per il Carema, il Nebbiolo coltivato sulle pendici del monte Maletto, tra i 350 e 700 metri di altitudine.

Una primavera inesistente e il maltempo protrattosi hanno reso difficile la piccola produzione del vino caratteristico di Carema, tra le aree viticole più a nord di tutto il Canavese. Ora però la situazione sta migliorando, agosto ha donato un clima caldo e più stabile, e se anche settembre farà lo stesso, la stagione potrà comunque dirsi riuscita: «Non siamo partiti nel migliore dei modi – conferma Manlio Muggianu, storico cantiniere della Cantina dei produttori di Carema –. La primavera praticamente non c’è stata e le forti piogge che si sono protratte fino ai primi di agosto hanno influito negativamente. Non sarà sicuramente un’annata di grande produzione, perché il forte vento ha rotto parecchi germogli ancora teneri. Tuttavia se ora il tempo regge, e soprattutto se avremo escursione termica tra il giorno e la notte, sarà comunque una buona annata, anche se magari meno abbondante. In ogni caso quando la produzione è piccola la qualità è più alta, ma finché il vino non è in cantina è sempre meglio non sbilanciarsi troppo nel fare previsioni. Del resto le altre annate ci sono sempre andate bene, con così tanto sole che il problema diventava lo stress idrico dovuto alla siccità, mentre quest’anno c’è stata troppa acqua nel momento sbagliato».

Il Carema, tra le Doc più piccole d’Italia con appena 22 ettari di denominazione d’origine, ha infatti visto negli anni espandersi la propria fama, con produzioni in crescita e esportazioni in diversi paesi. «Il Carema è un Nebbiolo pregiato, che da ormai 30 anni esportiamo in mezzo mondo – racconta Muggianu –. Quasi il 20% della produzione viene esportato: la maggior parte va negli Stati Uniti, dove è apprezzato su entrambe le coste, ma spediamo anche circa 700 bottiglie l’anno in Giappone, in Inghilterra e persino in Canada. Trattandosi di una produzione comunque piccola e non industriale, sono numeri che danno una grande soddisfazione». Altra caratteristica vincente è la grande presenza di giovani all’interno della produzione: «Nel cda della Cantina dei produttori metà sono under 30, lo stesso presidente Matteo Bosonetto ha 31 anni – spiega Muggianu –. Molti seguono le orme dei genitori, portando avanti la tradizione viticola. Poi ci sono anche nuovi produttori, esterni alla cantina, che stanno investendo piantando nuove vigne e dando vita a nuove etichette. Sono giovani, con magari 5mila metri di vigna, che provano a fare la propria piccola produzione, ma ormai saranno una decina e lavorano tutti molto bene, il vino che producono rispecchia le caratteristiche tipiche del Carema». Un vitigno che, tra le varie qualità, ha quella di rispondere bene alle sfide del cambiamento climatico, giovando dell’aumento delle temperature sia per latitudine che per struttura, con circa l’80% delle vigne a pergola: «Viene definito un vino eroico, ma non amo questa definizione – commenta Muggianu –. Per essere eroi bisogna essere morti, e noi preferiamo tenere i nostri vitigni vivi e in salute. Certamente è più complesso che coltivare in altre condizioni, ma il terroir del Carema deriva proprio da questo tipo di difficoltà. Dà una mano anche al turismo: spesso di sabato organizziamo degustazioni e visite del territorio, e l’ultima settimana di settembre ci sarà la manifestazione Cantine aperte a Carema, con assaggio di vini e tanta musica».