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Август
2024

Medici in fuga dall’area balcanica, in 10 anni via dalla Croazia in 1.200

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Un’emorragia inarrestabile, che anno dopo anno si aggrava. E che rischia di lasciare Paesi interi privi di un’assistenza sanitaria decente, con cittadini che dovranno presto solo sperare di non ammalarsi.

È il quadro che riguarda gran parte dei Balcani, dove continua l’esodo di medici – ma lo stesso discorso vale per infermieri e personale medico di vario livello – che fanno le valigie per emigrare verso l’Europa più ricca, in cerca di migliori condizioni di lavoro e paghe più alte.

Quadro che è stato confermato da un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica “Migration and Ethnic Topics”, a firma dei sociologi Ljiljana Pintaric e Drago Zuparic-Iljic, delle Università di Osijek e Zagabria, che hanno deciso di fare il punto sulle partenze dei camici bianchi dalla Croazia.

E l’ultimo decennio, quello dall’ingresso di Zagabria nella Ue, è stato un disastro. Sarebbero infatti più di 1.200 i medici emigrati dalla Croazia nei dieci anni passati, di cui 128 solo nel 2023, fuggiti in particolare a causa della «disorganizzazione» del sistema sanitario, ma anche dalle modeste prospettive, anche economiche, che un medico ha in patria, hanno riassunto i media locali.

Ma i problemi che inducono i medici ad andarsene da Zagabria, Spalato e Osjiek sono anche altri e numerosi. Denunciano «mobbing» e «abusi di potere», i medici interrogati dai ricercatori per la realizzazione dello studio, come «nepotismo» e «favoritismi» da parte dei quadri apicali verso qualche “fortunato” collega.

Infine, c’è il problema del superlavoro e delle paghe, non certo competitive con quelle dei Paesi Ue più ricchi, come la Germania, destinazione privilegiata del personale sanitario che lascia la Croazia. Il risultato: presto il Paese dovrà affrontare «un problema di sostenibilità del sistema sanitario» e fare i conti con l’incapacità di «continuare a fornire assistenza adeguata», hanno avvisato i ricercatori, che hanno anticipato addirittura l’ipotesi di un «collasso» totale del sistema, privato della sua linfa vitale, medici e infermieri.

E la Croazia non è un caso isolato, tutt’altro. Dalla Serbia, ogni anno, emigrano addirittura «tra i 500 e i 600 medici», l’allarmante stima del Sindacato dei medici e dei farmacisti del Paese balcanico. «L’avevo previsto già dieci anni fa, ora siamo testimoni del collasso del sistema sanitario perché i nostri medici vanno all’estero», ha ricordato l’ex direttrice della Camera dei medici della Serbia (Lks), Tatjana Radosavljevic.

«Lo stesso vale per le infermiere, le più preparate sono andate via» verso la Ue, «sostituite» da altre assai «meno preparate», ha aggiunto in un’intervista al quotidiano Danas. Al momento, in Serbia, ci sarebbe un buco nel personale medico di «5 mila unità, tra cui mille medici», ha fatto eco la presidente del Sindacato, Gorica Djokic.

Discorso speculare negli altri Paesi della regione. Paesi come la Bosnia, dove i medici emigrati sarebbero migliaia negli ultimi cinque anni, di cui 200 specialisti, si legge in uno studio dedicato al settore medico, sviluppato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Ben la metà dei medici vuole abbandonare l’Albania, ha svelato un rapporto del Centro per gli studi sociali ed economici, mentre in Kosovo – dove non c’è più bisogno di visti per viaggiare nella Ue – l’emorragia continua. E solo nel 2023 gli emigrati sono stati oltre 150, malgrado qualche aumento di stipendio, con i locali sindacati che prevedono che i dati per il 2024 saranno ancora più pesanti.