Sovraffollamento al 143% in carcere, Ivrea oltre la media nazionale
IVREA
Si riaccende l’attenzione sul carcere di Ivrea, grazie a una delegazione dei Radicali italiani che nella mattina di sabato 24 agosto ha visitato la struttura per verificarne le condizioni. Guidata dal tesoriere del partito Filippo Blengino, accompagnato da Alice Depetro della direzione nazionale, dal coordinatore regionale di Più Europa Flavio Martino e da altri soggetti autorizzati dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), la delegazione è giunta sabato scorso nel carcere eporediese, a due giorni di distanza da una giornata molto difficile, quella di giovedì scorso, tra risse e proteste che hanno visto due detenuti arrampicarsi sul muro del cortile, chiedendo di parlare con la propria educatrice.
«Abbiamo trovato una situazione molto simile a quella di altri istituti italiani – commenta a caldo Blengino dopo la visita alla casa circondariale di corso Vercelli –. Una situazione di degrado molto difficile, soprattutto a fronte di un sovraffollamento pari al 143%, ben oltre la media nazionale del 135%: la struttura ha una capienza di 186 detenuti e troviamo 265 reclusi: situazione inaccettabile in rapporto al rispetto non solo della legge, ma della dignità umana. Vi è una carenza quasi totale di attività educative, e costringere una persona a rimanere ad agosto con questo caldo in una cella senza far nulla vuol dire farla impazzire».
«Non a caso vi è anche un disagio psichico notevole -prosegue il tesoriere del partito Filippo Blengino - Persone con tagli sulle braccia e che in diversi casi hanno tentato una o più volte il suicidio, che necessiterebbero di una struttura totalmente diversa dal carcere. In proporzione, la maggioranza delle persone detenute è qui per aver violato un unico comma di un unico articolo, il testo unico sugli stupefacenti, quindi per reati legati alle droghe. Questo è per noi inaccettabile».
Le problematiche affliggono poi anche la polizia penitenziaria, che da tempo lamenta la mancanza di un comandante di reparto, cosa che lascia gli agenti di fatto privi di linee guida, oltre a una generale mancanza di personale. Proprio a causa di quest’ultima problematica, sabato 24 agosto non è stato nemmeno possibile compiere il rito dell’eucarestia, che nelle carceri si svolge tipicamente nella giornata di sabato.
«Il punto non è solo i detenuti, ma anche i detenenti – continua Blengino, citando lo storico leader dei Radicali Marco Pannella –. C’è una carenza importante di sovrintendenti e ispettori in tutta Italia, e ricordiamo che la polizia penitenziaria è il lavoro con il più alto tasso di suicidi in questo paese, sette da inizio anno».
Leggermente meglio il giudizio sul clima generale all’interno del carcere, il quale, nonostante la visita giunga a breve distanza dalle proteste, è stato giudicato dalla delegazione tutto sommato meno pesante che in altri istituti.
«Il clima a Ivrea è sicuramente teso, ma meno di altri posti che abbiamo visitato, come per esempio le carceri torinesi – conferma il tesoriere –. Sono tensioni ordinarie relativamente alla straordinarietà del momento: molti si aspettavano di più dal decreto erroneamente definito “Svuotacarceri”, che porterà forse alla scarcerazione di appena 200 detenuti, gli ultrasettantenni, sugli oltre 20mila di esubero».
Terminata la visita, il lavoro della delegazione non è però finito, e l’intenzione ora è quella di continuare a muoversi attraverso le vie legali. «Come Radicali abbiamo presentato già quattro denunce al ministro della Giustizia Carlo Nordio per il reato di tortura – spiega Blengino –. Oggi presenteremo la quinta, perché riteniamo che oggettivamente, visitando queste strutture, non esista un’altra parola possibile per descrivere ciò che accade qui che non sia tortura: la nostra Repubblica, all’interno di questi istituti, non sta reinserendo né rieducando queste persone, le sta torturando, e per questo denunceremo Nordio e Ostellari».