Rovigno, distrutte dalle fiamme auto e moto del capo della polizia
ROVIGNO. È stata una notte inquietante quella tra sabato e domenica a Rovigno, per la precisione in una via che si trova alla periferia della città. Intorno all'una un incendio rivelatosi di natura dolosa ha distrutto l'automobile e anche la motocicletta di proprietà del capo della stazione di polizia locale Ecijo Legović: entrambi i veicoli erano parcheggiati sotto casa.
La natura dolosa dell'incendio è stata confermata ieri all'agenzia di stampa nazionale Hina dalla portavoce della Questura istriana Sužana Sokac. «Dal sopralluogo e dai rilevamenti effettuati dai nostri investigatori e dall'ispettore per la tutela dagli incendi, esplosivi e armi - ha spiegato Sokac - è emerso che le fiamme non sono state originate da un guasto agli impianti elettrici dei veicoli, ma sono state appiccate da qualcuno di proposito». L'incendio ha inoltre danneggiato l'auto di una famiglia di turisti sloveni in vacanza parcheggiata nelle vicinanze, nonché i cassonetti delle immondizie e una tettoia. Fortunatamente non è stato registrato alcun ferito, ma i danni quelli materiali ancora in fase di valutazione e risulteranno di certo ingenti.
«Siamo stati svegliati dalle urla di alcune persone e dallo scoppio dei pneumatici - hanno raccontato i turisti sloveni - siamo quindi usciti in strada per vedere cosa fosse successo. Le fiamme avevano già avvolto i veicoli e non c'era più niente da fare. Adesso non sappiamo come faremo ritorno a casa».
Si sta indagando per risalire al piromane - o ai piromani - e per fare chiarezza sulle motivazioni del gesto. Potrebbe essersi trattato di un avvertimento, una vendetta: è presto per qualsiasi supposizione. L’episodio turba comunque l'immagine di Rovigno, città tranquilla senza episodi di violenza di una certa rilevanza.
Questo è il secondo caso di incendio doloso di questa estate 2024 contro i beni altrui in Istria. Il primo - dalle dimensioni peraltro ben più rilevanti - è avvenuto il 15 maggio scorso nel porticciolo di Medolino, dove le fiamme hanno completamente distrutto 22 imbarcazioni causando danni per un totale stimato di due milioni di euro. In quel caso i piromani sono stati individuati e denunciati: si tratta di tre giovani ucraini latitanti, che dopo l'episodio avrebbero lasciato la Croazia.