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Август
2024

Concorsi per la pubblica amministrazione: ancora aperti per la Regione Fvg 631 posti

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TRIESTE. Dall’inizio dell’anno ai primi di agosto l’ente Regione Fvg ha già assunto 123 persone. Stando ai calcoli dei suoi stessi uffici, a partire da ora dovrebbe assumerne altre 631 per arrivare al pieno d’organico: un simile numero – com’è ovvio – non verrà colmato nel prossimo futuro, ma vale da riferimento simbolico alla perenne sete di nuovi dipendenti dell’ente pubblico.

In questi anni l’assessore al Personale Pierpaolo Roberti ha bandito concorsi senza requie, lo rivendica e i sindacati in effetti confermano, ma deve confrontarsi con un pernicioso problema di “endogamia lavorativa”: ai concorsi pubblici partecipano, in sostanza, quasi soltanto dipendenti pubblici. Cosa succede? Peliamo la cipolla del problema uno strato alla volta.

La situazione odierna

All’inizio dell’anno i dipendenti regionali erano 3339, all’inizio di agosto erano 3462. L’incremento sono le già citate 123 unità, la Regione in realtà ha assunto di più nel frattempo, ma al totale vanno detratti i pensionamenti intervenuti nel frattempo. Il piano integrato di attività e organizzazione (Piao) è un nuovo strumento che ingloba la pletora di piani che ogni pa deve produrre annualmente: quello della Regione prevede a partire da ora 454 nuove assunzioni (che fra avanzi precedenti e progressioni salgono a 631): tra questi, in particolare, l’ente ha bisogno di 60 tecnici di categoria D e 135 di categoria C, oltre a 177 amministrativi di categoria C.

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I concorsi in arrivo

Le cifre appena esposte confermano che le assunzioni sono tutt’altro che terminate: tanto più che alle 377 pensioni dell’anno scorso ne seguiranno 81 nel ’25. Entro la fine dell’anno la Regione andrà alla ricerca di specialisti amministrativi economici da collocare negli uffici giudiziari (in base a un protocollo con il ministero) e di tecnici specialisti nell’ambito delle scienze naturali e della biologia. Entrambi avranno contratti a tempo indeterminato in categoria D, ma i numeri del fabbisogno devono ancora essere fissati.

Il dilemma di Roberti

Guardando al 2025, l’assessore al Personale Pierpaolo Roberti aggiunge: «Servirà ancora un concorso amministrativo C e un corso concorso unico per la polizia locale». L’esponente di giunta rivendica la campagna di assunzioni condotta in questi anni, ma rileva: «Il nostro problema è che molto spesso partecipa ai concorsi chi già lavora nel pubblico. Il pubblico impiego resta poco attrattivo verso l’esterno».

L’inghippo, spiega l’assessore, è anche culturale, visto che a lungo si è pensato che «il pubblico impiego fosse in sostanza un luogo dove ci si limita a passar timbri tutto il giorno»: «La pa è invece un ambito di lavoro che può dare soddisfazioni, e apre alla possibilità di fare carriera, diventare Op e volendo fare un concorso per diventare dirigente», dice Roberti. È per questo, prosegue, che la Regione quest’anno ha varato la Fondazione Compa: oltre alla Scuola di formazione del comparto unico, la Fondazione darà assistenza agli enti e condurrà campagne di informazione sul lavoro pubblico, a partire dalle scuole. «Perché il pubblico impiego attrae poco i giovani e bisogna partire da lì», dice l’assessore. Quanto al punto del lavoro indeterminato, Roberti dice che la politica è ridurlo gradualmente il più possibile, e che a tal fine è stata introdotta una clausola di preferenza nei concorsi.

Il punti di vista della Cgil

Nel mondo sindacale troviamo chiavi di lettura sul fenomeno dell’intasamento dei dipendenti pubblici. Secondo Orietta Olivo, segreteria generale di Fp Cgil Fvg, almeno in parte il problema è dovuto al fatto che «il comparto unico creato nel ’98 non è mai stato un vero comparto unico». Restano infatti differenze contrattuali fra Comuni e Regioni, dal “fondo sociale” ai gap sul salario aggiuntivo, che «abbiamo iniziato a colmare in questi anni lavorando con Roberti» (3 milioni nel ’23, 5 in arrivo) ma che sussistono ancora: «Si crea così il salasso di dipendenti dai Comuni verso la Regione». A questo si aggiunge «la campagna di demonizzazione condotta da Brunetta» e infine i salari: «Non si può pensare di attrarre i giovani così». —