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Август
2024

Naufragio del Bayesian, nuovo interrogatorio per il comandante. Da chiarire perché nessuno avrebbe dato l’allarme

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Il comandante del Bayesian, il 51enne neozelandese James Cutfield, è stato sentito di nuovo dalla Procura di Termini Imerese come persona informata sui fatti, in relazione al naufragio di lunedì 19 agosto che ha provocato la morte di 7 delle 22 persone che si trovavano a bordo della nave del miliardario inglese Mike Lynch, perito nell’incidente insieme alla figlia 18enne Hannah.

Prima di dare il via alle autopsie sui cadaveri delle vittime, che andrebbero fatte dopo la notifica degli avvisi di garanzia, il pm ha voluto chiarire con il capitano quanto emerso nel corso delle testimonianze raccolte dagli altri sopravvissuti e, in particolare, dagli ospiti che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera in edicola domenica 25 agosto, avrebbero dichiarato che non è stato dato nessun allarme nel corso dei 16 minuti che hanno visto affondare la nave. “La sola allerta che risulti lanciata dall’equipaggio del veliero è quella del razzo di emergenza, alle 4.38, quando ormai il superyacht si era inabissato per 50 metri e adagiato sul fondale”, scrive il quotidiano aggiungendo che secondo i testimoni prima del razzo nessuno ha bussato alle cabine o suonato una sirena, o dato l’ordine via altoparlante di salire in coperta. In altre parole, chi è uscito, salvandosi, lo ha fatto spontaneamente.

Una domanda che gli inquirenti dovranno porre è la posizione di tutti quelli che erano a bordo: come mai su 10 componenti l’equipaggio solo uno è deceduto mentre dei 12 passeggeri ne sono morti sei? L’equipaggio era già sul ponte consapevole della bufera e non ha dato l’allarme a chi invece dormiva ancora nella propria cabina?

Tra le domande poste a Cutfield, ci sarà stata anche quella relativa al portellone laterale (era chiuso o aperto?) e allo stato della chiglia. Le autopsie sui cadaveri delle vittime dovrebbero cominciare la prossima settimana dopo la notifica degli avvisi di garanzia, l’ipotesi di reato è naufragio e omicidio colposo. Gli esami sono irripetibili quindi gli eventuali indagati dovranno nominare consulenti di parte. I fari sono puntati sui responsabili della navigazione, il comandante, forse il suo vice e l’uomo che era in plancia quando si scatenato l’evento atmosferico avverso.

La questione dei portelloni e della chiglia sono fondamentali per l’inchiesta. La barca era considerata inaffondabile e soltanto imbarcando tonnellate di acqua poteva inabissarsi da poppa dicono gli esperti, come Franco Romani dell’ufficio progetti di Perini Navi che per la serie dei 56 metri di Perini parla di “barche che possono fare qualsiasi cosa. La mia personale interpretazione è che abbiano lasciato aperto il portellone laterale. Se chiudi tutto, l’acqua non entra: in condizioni estreme, la barca può rollare quanto vuole, ma non va a fondo. Per questo credo che sia rimasto aperto il portellone di fianco, quello che si usa per uscire col tender e le immersioni. C’è un margine di 60 centimetri: quando la barca ha sbandato, sono entrate tonnellate d’acqua che hanno finito per invadere la sala macchine, se, come penso, pure quella è stata lasciata aperta – aggiunge – E non c’è stato più nulla da fare”.

I nove componenti l’equipaggio sono ancora nell’hotel Domina-Zagarella a Santa Flavia (Palermo) che è sempre blindato e off limits ai giornalisti. C’è un via vai di automobili della polizia di Stato e della Capitaneria di porto. I responsabili dell’albergo non hanno ricevuto indicazioni sulla permanenza dei nove dopo che sabato i sei passeggeri del Bayesian sopravvissuti, compresa l’armatrice formale, Angela Barcares, moglie di Lynch e madre di Hannah, hanno lasciato lo Zagarella per imbarcarsi su un jet privato diretto a Londra.

Nel tratto di mare di fronte Porticello dove è affondata l’imbarcazione non vi sono imbarcazioni, se non una barca della Capitaneria perchè la zona è interdetta alla navigazione. Porticello è tornato alla normalità dopo che forze dell’ordine, Capitaneria e volontari hanno terminato le operazioni di recupero dei corpi delle vittime lasciando liberi strade e molo.

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