Tragedia del fiume Drina: recuperato un altro corpo
BELGRADO Si è ulteriormente aggravato il bilancio della terribile tragedia delle migrazioni che si è registrata giovedì mattina nel cuore dei Balcani, quando un’imbarcazione che trasportava una trentina di migranti, molti i siriani, si è rovesciata mentre era in navigazione sul fiume Drina, confine naturale tra Serbia e Bosnia-Erzegovina.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14574270]]
I migranti stavano cercando di passare irregolarmente il fiume, una delle barriere più pericolose nel viaggio verso la Ue, per poi proseguire la loro odissea verso l’Europa più ricca. Secondo le ultime informazioni, a salvarsi sono stati in 18, dunque i dispersi sarebbero circa dodici. Dopo il ritrovamento di ben dieci corpi giovedì – tra cui quello di un bambino di soli nove mesi – anche venerdì le autorità serbe e bosniache hanno continuato a perlustrare e scandagliare la Drina.
E hanno ritrovato, nell’area di Bratunac, il cadavere di un’altra vittima, ha specificato la Protezione civile serbo-bosniaca, in prima linea nell’opera di soccorso e recupero dei morti. Con un bilancio dunque di undici morti, la strage dei migranti sulla Drina è fra le più gravi mai registrate nei Balcani, regione dove i flussi migratori sono comunque in calo – solo in Serbia si parla di un –70% quest’anno, di una decrescita invece meno marcata in Bosnia. Nel frattempo, continuano ancora gli sforzi per ritrovare eventuali nuovi dispersi, ma il livello in aumento del fiume Drina ha reso difficile l’opera dei soccorritori.
«A seconda della temperatura dell’acqua, i corpi dovrebbero riaffiorare entro 72 ore. Speriamo che ciò accada. Ci sono molti pescatori in questa zona che saranno in grado di individuare i corpi se riaffiorano, anche se non li troviamo noi», ha detto Vladan Rankic, della Protezione civile serbo-bosniaca. St.G.