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Август
2024

Le eroine dell’antichità, fra poesia e vendetta al Tiere Teatro Festival

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Due gli eventi cardine della prima giornata del Tiere Teatro Festival che si apre domenica 25 agosto a Osoppo: si comincia con la cerimonia di apertura che nelle sue articolazioni riprende quella che caratterizzavano le feste teatrali dell’antichità, in particolare le Grandi e Piccole Dionisie che si svolgevano nella loro codificazione più completa nell’Atene del quinto secolo a.C.: ossia, una processione, che portava al luogo deputato della festa e l’accensione del braciere presso l’altare dedicato a Dioniso.

Schema che veniva adottato anche per l’inaugurazione delle Olimpiadi. E così in un festival che coniuga sport e teatro ad Osoppo, avremo in apertura alle 18 TTF Run, una maratonina non competitiva che si snoderà dal Teatro alla Corte sino al Forte della cittadina pedemontana, luogo deputato delle manifestazioni più importanti del Festival.

Alle 19.30 l’accensione del braciere con una tedofora d’eccezione, la campionessa olimpica Mara Navarria.

A seguire, alle 21, Parole e musica dall’antica Grecia, con Manuela Mandracchia, sicuramente una delle migliori attrici italiane Luca Ferri, Luca Marchioro, l’arpa di Emanuela Battigelli e la voce del soprano Elena Pontini.

Parole e musica che si focalizzano attorno a cinque figure femminili, tutte a modo loro significative di una condizione spirituale, di una tensione interiore che dall’antichità arriva fino a noi.

«Cinque eroine – così Mandracchia – fissate in cinque brani, altrettante impressioni e suggestioni per dire il loro portato attuale. E sono Ifigenia, la figlia di Agamennone sacrificata alle ragioni della guerra che il padre porterà a Troia, Medea, qui non nella versione europea, ma in quella di Seneca. E ancora Aracne dalle Metamorfosi di Ovidio, l’abile tessitrice che sfidò Atena e da costei venne trasformata in ragno condannata a tessere in eterno; e ancora Penelope, la tenace moglie di Ulisse e Arianna, che permise a Teseo di uccidere il Minotauro, uscire vivo dal labirinto in cui era rinchiuso il mostro, e poi in fuga con lui verso Atene venne da lui abbandonata sull’isola di Nasso».

Che donne sono?

«Donne segnate dal desiderio di vendetta. Detto così sembra semplice, in realtà, proprio perché arrivano da contesti e mondi molto diversi dai nostri presentano una complessità difficile da decifrare, soprattutto da mostrare nella sua attualità».

E allora perché raccontarle ancora?

«Perché questo donne comunque continuano a parlarci, a incarnare modi e mondi che possono ancora illuminare noi e il nostro presente. Hanno una forza straordinaria che, al di là della loro storia che è veramente lontana, si impone per le immagini poetiche, potenti vivide e struggenti, con cui sono arrivate sino a noi. Immagini che tradiscono il nostro inconscio, le nostre paure, le nostre ossessioni, i moti più oscuri dell’anima, che poi Freud, duemila anni dopo, è riuscito a interpretare e a farle diventare un patrimonio del tutto nostro. Sono stati gli antichi, greci e romani, che hanno saputo raccontare la complessità dell’essere umano attraverso storie che sono archetipiche».

Raccontare un personaggio attraverso solo alcuni brani, che sforzo implica rispetto a un’interpretazione di tutto il dramma che lo comprende?

«Innanzitutto quando leggo mi rendo conto che non riesco a non coinvolgere il corpo, come dire non mi accontento delle parole che leggo. In realtà, nonostante sia lì ferma davanti a un leggio la voce chiede che il corpo faccia lo stesso viaggio, dare corpo alle immagini e con il corpo, in questo caso il mio attraversarle. La forza di queste parole è tale che si fa azione, teatro».

Che cosa ci riserva il futuro di Manuela Mandracchia, dopo le interpretazioni di Agosto a Osage County e il cammeo su Margherita Hack, applaudite la scorsa stagione al Teatrone?

«Un paio di film in uscita, una commedia contemporanea sulla corruzione molto divertente, Le volpi di da Lucia Franchi e Luca Ricci, anche regista, con Giorgio Colangeli e la ripresa di una versione molto particolare de I giganti della montagna di Pirandello».