Tragedia della Pontebbana, Bance era disteso quando è stato colpito alla testa
Una tragica fatalità che, con ogni probabilità, non avrà ricadute penali. Sembra avviata verso l’archiviazione l’inchiesta sulla morte di Tidiane Cheick Bance, il ragazzo di 18 anni, originario del Burkina Faso, trovato senza vita, all’alba di domenica 18 agosto scorso, sul ciglio della strada sulla Pontebbana, nei pressi del distributore della Tamoil a Nervesa.
Per la morte del giovane è stata indagata un’infermiera di Susegana, L.C., 48 anni, la stessa che aveva dato l’allarme al 118, all’alba di domenica scorsa.
Il 23 agosto la donna, accompagnata dal suo legale, l’avvocato Mauro Crocetta, è stata interrogata in procura dal pubblico ministero Michele Permunian, titolare del caso. La donna, visibilmente scossa, s’è difesa sostenendo di aver sentito un colpo al cerchione anteriore destro, di aver visto il corpo esanime del giovane africano ma di essere sicura di non averlo colpito alla testa. Semmai di averlo al massimo arrotato ad un piede.
Il punto è che l’autopsia ha accertato che il giovane è morto a causa di un fortissimo trauma cranico e che sul corpo c’era soltanto il segno del colpo alla testa. Le stesse telecamere del Tamoil avrebbero accertato qualcosa di simile.
Resta comunque il fatto che l’infermiera di Susegana pare non abbia responsabilità colpose. La donna s’è ritrovata il corpo del ragazzo inaspettatamente, al lato della strada, non poteva evitare l’impatto, seppur viaggiasse entro i limiti.
A non aiutare l’automobilista, inoltre c’erano altri fattori: il giovane vestiva di scuro, era di pelle scura e si trovava in una zona stradale scarsamente illuminata se non proprio con l’illuminazione assente, ed era disteso ai bordi della carreggiata.
Per l’automobilista sarebbe stato impossibile notarlo in tempo per evitare di travolgerlo. L’interrogatorio è durato circa un’ora e mezza. L’infermiera, molto provata, ha lasciato il tribunale assieme al suo legale senza dire nulla. La buona notizia per lei è che sembra che tutto porti all’archiviazione dell’indagine per omicidio stradale.
Nel frattempo, la procura ha rilasciato il nulla osta per la sepoltura del giovane che fino al 2020 aveva abitato a Ponzano, prima di trasferirsi con la madre in Francia.
Nella Marca era tornato una settimana prima della tragedia ed era stato ospitato dallo zio che vive a San Liberale. Per Bance era stato un modo per riallacciare i legami con i suoi vecchi amici di Ponzano e Treviso.
Con alcuni di loro aveva trascorso qualche giorno a Jesolo, per poi, andare da solo, sabato scorso, alla discoteca Odissea di Spresiano, dove aveva fatto qualche video postato su Instagram. I carabinieri hanno fatto presto a ricostruire, grazie ai video e alle testimonianze degli amici e dei parenti, le ultime ore di Bance. Il giovane, uscito dall’Odissea, aveva preso a piedi la Pontebbana in direzione di Conegliano.
Non si sa il motivo ma pare che le sue condizioni psico-fisiche non fossero lucidissime a causa dell’alcol.