Il Green Village di Panatta non si fa più: accordo edilizio decaduto
Ad aprile aveva detto «stiamo valutando se farlo oppure no». Si è deciso di no. Adriano Panatta ha rinunciato al progetto del Green Village, il residence destinato a sorgere alla Ghirada tra il suo Racquet Club e la ferrovia.
Il Comune ha ufficialmente dichiarato la decadenza del progetto edilizio e avviato le pratiche per l’escussione della polizia fidejussoria versata dalla A&P international, la società che guidava il progetto residenziale annunciato con la nascita del centro sportivo.
Stop a ferragosto
La pratica è stata archiviata nei giorni di Ferragosto e si chiuderà definitivamente con la conclusione delle operazioni burocratiche.
Il Green Village resterà quindi solo nel libro dei desideri. «È un progetto complicato e fare l’immobiliarista non è il mio mestiere» aveva detto il campione nei mesi scorsi paventando lo stop oggi definitivo.
A incidere sulla decisione soprattutto – pare – la questione costi, lievitati oltremodo con il caro prezzi e forse divenuti troppo complicati per non “addetti ai lavori” (leggi costruttori) come aveva ammesso lo stesso Panatta.
Milionario infatti l’esborso previsto, troppo per una cordata certo solida ma estranea a quel genere di mercato. Il Village infatti si inseriva nel grande progetto edilizio lanciato da Panatta con Banca Ifis e l’Ad di Generali Philippe Donnet, un progetto che però aveva come priorità la realizzazione del Racquet Club, e solo in seconda battuta quella del complesso residenziale sull’area verde a nord del centro sportivo.
Il piano alla Ghirada
Prevedeva l’edificazione di tre distinti blocchi nella zona più vicina alla ferrovia, più tre che sarebbero stati costruiti nell’area più vicina al centro sportivo.
Un residence di piccoli condomini di quattro piani con due appartamenti per piano, improntato al minimo impatto ambientale con l’obiettivo di creare un ambiente esclusivo.
La giunta, in sede di discussione iniziale, aveva anche ridotto la cubatura chiesta dalla società calando i 30 mila metri cubi richiesti a un massimo di 22.500. Il confronto tra Comune e Panatta è stato lungo, e tutta la proposta edilizia è poi confluita in un accordo tra soggetto privato (A&P International) ed ente pubblico approvato nell’ultima variante al piano degli interventi che aveva sancito il disco verde all’edificazione, in cambio di un beneficio pubblico.
Quale? La realizzazione di un percorso ciclopedonale lungo circa 600 metri, parallelo alla linea ferroviaria; la realizzazione del ponte ciclopedonale in corrispondenza del sottopasso di Via Sarpi; il miglioramento dell’intersezione stradale tra via Paolo Sarpi e via Ghirada; la messa in sicurezza di via Ghirada; il miglioramento dell’intersezione stradale tra via Ghirada e via Giuseppe Maffioli; la realizzazione di un’area di verde attrezzato e una strada di collegamento a doppio senso di marcia tra via Medaglie d’oro e via Maffioli. Questo nelle carte.
Ora, se si vogliono realizzare questi interventi, servirà trovare una soluzione alternativa. In consiglio comunale il Pd aveva criticato il progetto fin dalle prime battute attaccando la giunta, più che Panatta, per l’ennesima cementificazione di un’area verde.
Oggi, a piano sfumato, resta da capire quale sarà il destino dell’area attorno alla quale – va detto – si continua a costruire.