Madonnina in bronzo rapita dalla vetta, la rivendicazione: «Vogliamo la montagna pulita»
«La Madonnina? Ce l’abbiamo noi». È stata rivendicata con un commento nella pagina Facebook dell’emittente agordina Radio Più, l’asportazione della statua di bronzo che ad inizio agosto era stata installata da un gruppo di volontari sul Col Menador, sopra malga Calleda, nei pressi del passo Duran, in occasione della festa mariana della Madona de la Neif del 5 agosto.
Quello che all’inizio pareva un gesto di vandalismo gratuito – la sparizione della statua bronzea alta circa un metro, magari buttata nel vuoto dopo essere stata staccata dal supporto, e la rottura del faretto che nelle intenzioni doveva servire a farla brillare durante la notte – si è rivelato essere qualcosa di ben d’altro.
Ovvero un gesto compiuto deliberatamente, un “rapimento” della statua, nel nome della «montagna pulita», prima di installazioni sulle vette.
A rivendicare l’azione di smantellamento della statua, postando una foto dell’opera bronzea per rassicurare che non è stata danneggiata durante l’operazione, è stato un utente Facebook, con il profilo fresco di creazione, intervenuto sulla pagina dell’emittente.
«Vi invito alla calma e a rasserenarvi, perché la madonnina la abbiamo noi», è l’esordio del messaggio. «Per il momento rimarrà qualche giorno in custodia, dopodiché sarà donata a qualche parrocchia, o sarà messa nei pressi di un capitello, in forma totalmente anonima».
«Nessuna madonnina è stata maltrattata in questa operazione», rassicura ironicamente il commento. «Per quanto riguarda il faretto, questo purtroppo si è rotto (ma non funzionava comunque). Fra alcuni giorni qualcuno la ritroverà e poi deciderà quale è il luogo più consono per una statua di ottone così bella (lo ammetto, è bellissima e ci si affeziona)».
«Siamo per la montagna pulita e così cercheremo di farla rimanere, nel rispetto di tutti», è il messaggio lanciato dall’utente, che ha contestato la mancanza di autorizzazioni per l’installazione della statua sua una piattaforma di resina epossidica.
«La statua sarà resa di nuovo disponibile in pochi giorni, tempo di ritornare in zona, sperando in una collocazione più idonea», è la chiosa.
Una vicenda che ha fatto discutere sul social network, con due fronti contrapposti.
Da una parte le voci della vallata che hanno contestato con durezza la sparizione della statua dal Col Menador: «Vergogna», «Non ci sono parole, che disgraziati», «A che pro togliere una statua che era stata installata dalla comunità».
Dall’altra la presa di posizione del “rapitore” che non ha mancato di replicare alle contestazioni rimarcando il concetto di una montagna “pulita”, priva di installazioni.