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Август
2024

Sempre meno artigiani a Udine: c’è poco ricambio generazionale

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UDINE. Hanno resistito alla crisi economica. Hanno trovato la forza di rialzarsi dopo la pandemia da Covid. Sono riusciti a sopravvivere alla concorrenza (a tratti spietata) del commercio elettronico e della grande distribuzione. Oggi si leccano le ferite ma il comparto artigiano continua a essere un tassello fondamentale del tessuto economico, in Friuli Venezia Giulia ma anche a Udine, dove si comincia a vedere qualche nuova bottega nelle vie del centro.

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L’allarme della Cgia

Di recente l’ufficio studi della Cgia di Mestre ha lanciato un allarme, mettendo in evidenza come sia sempre più difficile, anche in regione, trovare professionisti come idraulici, fabbri, elettricisti, serramentisti.

Coloro cioè che svolgono un’attività lavorativa prevalentemente manuale. L’elaborazione della Cgia, per quanto riguarda la provincia di Udine, riferisce di una flessione, negli ultimi undici anni (2012-2023) di quasi 4 mila botteghe artigiane, con un calo del 19,8%. Una tendenza in parte attutita dal fatto che negli ultimi anni molte aziende artigiane si sono unite tra loro, aumentando così la propria dimensione media.

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Focus sulla città

Eva Seminara, oltre a essere la referente cittadina di Confartigianato Imprese Udine, rappresenta una sentinella sul fronte delle botteghe artigiane, gestendone una storica in centro, in via Zanon. «Negli ultimi decenni indubbiamente il numero di attività artigianali è diminuito, così come quello delle altre realtà economiche – ha commentato Seminara – però si sta lavorando per ovviare a questo calo con l’obiettivo di riportare gli imprenditori in centro».

Qualche buona nuova, a Udine, comincia a intravedersi. «Ci sono diversi colleghi che si stanno riavvicinando al centro, e questo è molto importante, in termini di servizi di prossimità ai cittadini e di presidio di sicurezza. Credo che le istituzioni abbiamo gli strumenti per sostenere questa tendenza, e anche il neonato distretto del commercio sta lavorando in tale direzione». Tra le richieste degli artigiani, come conferma Seminara, ci sono, ad esempio, incentivi per far fronte al caro affitti: «Abbiamo bisogno del supporto di Comune e Regione anche dal punto di vista economico: sono convinta che la voglia di tornare in centro ci sia da parte dei professionisti», chiude Seminara.

Nuove leve

Tra le difficoltà messe in luce dalla Cgia c’è quella del passaggio generazionale. Spesso ferramenta, panifici, sartorie sono attività a conduzione famigliare, che senza l’innesto delle nuove generazioni, non hanno alternative alla chiusura. Ecco perché le categorie economiche stanno puntando molto sulla sensibilizzazione nelle scuole, per trasmettere l’importanza dei lavori manuali, per troppo tempo considerati svilenti o non opportuni per i giovani.

Crisi non per tutti

Non tutti i settori artigiani hanno subito la crisi. Quelli del benessere e dell’informatica presentano dati in controtendenza. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Va altrettanto bene anche il comparto dell’alimentare, con risultati significativamente positivi per le gelaterie, le gastronomie, le lavanderie a gettone e le pizzerie per asporto.