Sharon Verzeni, il supertestimone non vede, non sente, ma smonta la pista dell’uomo in bici: e finisce sotto indagine
Sono molte le cose non tornano nel giallo dell’omicidio di Sharon Verzeni, ma la versione resa ai microfoni del Tgcom24 del supertestimone oculare è quella che desta più scalpore e solleva più dubbi. Specie negli inquirenti che, a detta del Corriere della sera, nelle sue pagine di Bergamo annuncia che gli inquirenti insospettiti dalla reticenza iniziale del 76enne, e sulla base di quanto fin qui riscontrato – specie dall’analisi dei video delle telecamere in strada – mettono in discussione la sua “non” testimonianza: tanto che l’uomo sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati.
Omicidio Sharon Verzeni, il supertestimone indagato
Il condizionale è d’obbligo, certo, ma che quanto asserito ieri dal presunto supertestimone sia suonato strano da subito e risulti quanto meno poco credibile, è emerso già ieri. E nelle ultime ore è diventato probabilmente ancora meno plausibile. Ma procediamo con ordine, partendo dal primo interrogativo che gli inquirenti si pongono evidentemente sul 76enne e sulle sue affermazioni: Antonio Laveneziana (questo il nome del pensionato) mente?
Secondo le sue dichiarazioni non ha visto o sentito niente
Di sicuro le sue dichiarazioni non collimano con quanto già appurato nel corso delle indagini: a partire dal traffico di persone che si sarebbero avvicendati su Via Castegnate (scena del crimine) la sera del delitto. E dalle immagini registrate dalle telecamere in strada che, da quanto trapela, avrebbero ripreso un uomo in sella a una bicicletta allontanarsi velocemente e contromano proprio in concomitanza dell’orario del delitto della barista 33enne, raggiunta da 4 coltellate mortali alla schiena e al torace.
Sharon Verzeni, la reticenza del supertestimone non convince gli inquirenti: indagato
Proprio in quei drammatici frangenti, allora, il 76enne (che avrebbe al suo attivo una fedina penale non proprio impeccabile) si trovava a sua detta sul balcone di casa a fumare: da notare che il suo appartamento affaccia proprio sulla via dove l’omicidio è avvenuto. E allora come è possibile che Laveneziana non abbia visto o sentito niente? Scrive infatti il Corriere: «Il sospetto è che abbia assistito alla fuga del misterioso uomo in bicicletta che pedala in contromano lungo via Castegnate, allontanandosi dal luogo dove la barista di 33 anni è stata accoltellata, in un orario compatibile con quello dell’agguato (in realtà, non si può escludere al 100% nemmeno che si tratti di una donna, i filmati a disposizione sono di bassa qualità)».
Il passaggio dell’uomo in bici che pedala contromano è registrato dalle telecamere
E poi: perché smontare la pista del misterioso personaggio in bicicletta quando la sua esistenza, e il suo passaggio in quella strada, in quell’arco di tempo, sono documentati dalle video-registrazioni già esaminate? Soprattutto, in con siderazione del fatto che, come riferisce sempre il quotidiano citato, «stando alle due telecamere del bar tabaccheria, sopra il quale Laveneziana abita da tre anni con la moglie, la bicicletta sfreccia proprio ai piedi del suo balcone, mentre lui si fuma una sigaretta affacciato in direzione dell’angolo dove è avvenuto l’omicidio, che sta a circa 150 metri. Sono troppi per avere visto i colpi del killer, ma per chi indaga è difficile credere che il pensionato non abbia notato la bicicletta passare proprio sotto il suo naso in quegli istanti»…
Come è possibile che non l’abbia visto?
Non solo. A questa ridda di dubbi e sospetti degli inquirenti, si aggiungono anche le perplessità di chi indaga per «la reticenza iniziale – riporta sempre il Corriere Bergamo – smascherata da un altro impianto di videosorveglianza presente in via Castegnate. Quando i carabinieri bussano al suo monolocale, Laveneziana li liquida. Dormiva, dice, alle 00.50 del 30 luglio. Solo quando gli sono stati stretti i panni addosso, con l’immagine di lui sul balcone, la sigaretta fra le dita, ha aggiustato il tiro. «Io non ho visto niente — ribadisce — perché mi hanno operato alla cataratta a tutti e due gli occhi e non ho sentito urla perché sono sordo».
Sharon Verzeni, il supertestimone finito sotto indagine dal 14 agosto
Eppure, secondo l’uomo, in quella via, anche in tarda serata, il viavai è un fatto. Per tutto questo, allora, «allo stato – scrive il quotidiano – Laveneziana è indagato dal 14 agosto. E assistito dall’avvocato d’ufficio Alessandro Zonca, che per ora non ha avuto modo di vedere gli atti e di parlare con lui». Lui che non parla. Non sente. Ma che non convince gli inquirenti…
L'articolo Sharon Verzeni, il supertestimone non vede, non sente, ma smonta la pista dell’uomo in bici: e finisce sotto indagine sembra essere il primo su Secolo d'Italia.