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Август
2024

Piscina presa d’assalto, lo sfogo dei bagnini del Palamostre: «Ogni giorno in centinaia, tanti sono maleducati»

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UDINE. Frequenta le piscine da oltre quarant’anni. Prima con il ruolo da istruttore e allenatore, oggi da bagnino. Dopo gli impianti di Gorizia, Cividale e Manzano, Roberto Agati, è approdato alla piscina del Palamostre di via Ampezzo, a Udine.

Una struttura di grandi dimensioni che, specie nei mesi di luglio e agosto, si popola: fino a 800 persone al giorno. E non è sempre facile riuscire a gestire tutti al meglio. «Il segreto? – spiega Agati – armarsi di pazienza e ironia».

Negli ultimi anni la situazione è peggiorata e anche in questa stagione estiva per tentare di contenere le intemperanze dei gruppi di adolescenti è stato necessario far intervenire le forze dell’ordine. «Non ci sono più educazione e rispetto, per sè stessi e per le regole – dice sconsolato il bagnino –. Un problema che riguarda i ragazzi ma anche i genitori, e questa è la cosa più spiacevole».

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Il personale della piscina si limita a richiami verbali, invitando i più esagitati a rispettare il regolamento: niente tuffi e obbligo di indossare la cuffia, solo per fare qualche esempio. Mentre Agati ci racconta ciò che accade in via Ampezzo, i suoi colleghi (sono cinque in servizio contemporaneamente tra vasca grande e vaschino dei bambini) il fischietto risuona più volte.

«I peggiori sono i gruppi di minorenni – assicura – sanno che non possiamo fare nulla e ne approfittano. Il problema non è tanto la confusione, quanto le azioni che mettono in pericolo gli altri utenti della piscina. Non ci sono solo quelli che entrano in acqua per rinfrescarsi, c’è anche chi viene per nuotare».

Spesso la maleducazione si associa all’inciviltà: «C’è chi preferisce non usare i bagni e fare i propri bisogni tra le siepi e addirittura in vasca», prosegue nel racconto Agati. Tra i vari problemi c’è anche quello della gestione dei bambini: «Ci sono genitori che li lasciano girare da soli per l’impianto o li abbandonano nel vaschino, altri che li portano in acqua pur non sapendo nuotare. I bagnini non sono dei baby sitter, ma in pochi se ne rendono davvero conto».

Agati non perde comunque il sorriso: «Spesso e volentieri va usata l’ironia per far capire alle persone che stanno sbagliando».

I gruppi di ragazzini che nel pomeriggio si presentano in via Ampezzo, creando disturbo per gli altri utenti, è noto anche l’assessore comunale allo Sport Chiara Dazzan: «Inizialmente pensavamo fossero gruppi di minori ospitati nelle strutture di accoglienza cittadine. In realtà, confrontandoci con chi li segue, abbiamo capito che si tratta di adolescenti italiani e stranieri. Una fascia d’età che dopo il Covid sta affrontando una crisi profonda».

Per questo Dazzan vorrebbe che il personale in servizio nella struttura di via Ampezzo, accanto alla preparazione tecnica per il soccorso, potesse disporre anche di strumenti socio-educativi per rispondere alle esigenze di questi giovani.

«La società sta evolvendo – chiude Dazzan – lo stesso dovrebbero fare anche le professioni, per stare al passo con le nuove esigenze dei nostri ragazzi».