Meeting di Rimini: L’acqua in Italia tra sfide e soluzioni innovative
Criticità e problemi da affrontare ma anche case history positivi per quanto riguarda l’uso e la gestione dell’acqua in Italia. Questo è quanto emerso dalla conferenza «Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?» avvenuta oggi pomeriggio a Rimini al Meeting per l’amicizia fra i popoli.
L’acqua è risorsa essenziale, l’oro blu che purtroppo è diventato un bene scarso a livello qualitativo e quantitativo. Durante l’evento, moderato da Lorenzo Giussani, direttore Strategy & Growth di A2A, si sono ricordati i periodi di siccità del 2022, alternati da periodi particolarmente piovosi come quest’anno in alcune zone d’Italia, mentre nel Sud rimane una situazione d’emergenza. L’Italia sarebbe il secondo Paese d’Europa per consumo pro-capite d’acqua, tuttavia quasi il 50 per cento dell’oro blu dei nostri acquedotti viene perso. Vi è anche la tendenza generale a dare l’acqua per scontata, dato il costo molto contenuto che ha in Italia rispetto a quello dell’energia, del gas o dello smaltimento dei rifiuti. A ciò si aggiunge la sfida che la gestione e lo sviluppo della gestione dell’acqua richiedono tempi piuttosto lunghi.
Secondo il professore di costruzioni idrauliche dell’università di Padova, Andrea Rinaldo, il primo a prendere parola durante il dibattito, il migliorato assetto economico si riflette direttamente nel conto dell’acqua e non è semplice decidere cosa sia etico e cosa non lo sia. Non sarebbe da accantonare ma anzi da copiare l’esempio di Israele per quanto riguarda la desalinizzazione dell’acqua marina.
Sono emersi esempi molto positivi grazie agli interventi di Giangiacomo Pierini, direttore Corporate affairs e sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia e Manuela Kron, direttore Corporate Affairs del Gruppo Nestlé in Italia. Infatti, non sempre lo sviluppo sostenibile è il diretto antagonista del core business, anzi, si possono supportare a vicenda.
Pierini ha spiegato come nella sua azienda abbiano imparato a usare meglio l’acqua, investendo mezzo miliardo nell’ultimo decennio per migliorare la gestione della risorsa. A concretizzare la volontà, un progetto che hanno sviluppato in Veneto, sede di Coca-Cola HBC Italia, dove un torrente vicino allo stabilimento riceve l’acqua in eccesso che poi viene usata nel settore agricolo a valle. Inoltre, a poco più di un mese fa, risale l’annuncio della collaborazione decennale con il Consorzio di bonifica veronese per sviluppare un progetto di ricarica delle falde acquifere che prevede la creazione di un’Area forestale di infiltrazione nella zona di Valpo.
Un’attenzione analoga è stata portata avanti dal Gruppo Nestlé in Italia, infatti, come sottolineato da Kron, dal 2007 hanno investito diversi miliardi per dare una mano all’agricoltura a ottimizzare i processi. Per esempio, sono state seguite le produzioni di pomodori affinché si riducesse il consumo di questa risorsa essenziale, scoprendo che i pomodori con meno acqua erano più buoni in quanto più zuccherini. Attualmente, il Gruppo Nestlé in Valtellina sta lavorando a stretto contatto con le autorità locali per comprendere dove investire per potenziare il bilancio del bacino idrico.
A sottolineare le criticità e a dare stoccate al governo ci hanno pensato Giuseppe Catalano, capo di Gabinetto Regione Puglia e Alessio Mammi, assessore Agricoltura Regione Emilia-Romagna. Catalano ha sottolineato che «la frammentazione delle competenze genera debolezza» e che «la gestione del settore idrico non può essere esclusivamente regionale o infraregionale, ma richiede l’intervento dello Stato» perché «siamo tutti sulla stessa acqua». Sulla stessa linea Mammi, secondo cui serve una strategia nazionale «a cui tutti i componenti istituzionali devono contribuire» e che dovrebbe includere la costruzione di invalsi e dighe per tenere l’acqua quando c’è per poi usarla nei periodi di siccità.