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Август
2024

Fanpage, spuntano i giornalisti pagati a metà prezzo. FdI infierisce: “Urgono infiltrati in redazione”

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Nelle chat social dei giornalisti, lo scoop di Libero sugli stipendi di Fanpage è stato accolto con soddisfazione: se ne discuteva da tempo dei compensi “non adeguati”, per usare un eufemismo, dei cronisti che lavorano per la testata online diretta da Francesco Cancellato. Ma quando si tratta di media vicini alla sinistra, l’omertà regna sovrana. In questi casi, nessuno aveva adottato il “metodo Fanpage”, intrufolandosi e raccontando cosa accade davvero all’interno.

C’è voluto quindi il quotidiano diretto da Mario Sechi per fare uscire la notizia fuori dalle chat degli addetti ai lavori: Fanpage paga i suoi giornalisti circa la metà della stragrande maggioranza delle testate nazionali. Esattamente, stando ai conti realizzati da Lorenzo Mottola che ha curato l’inchiesta, circa del 40%. Eppure la Ciaopeople Srl dell’imprenditore napoletano Gianluca Cozzolino, società che edita il sito Fanpage, vanta bilanci floridissimi.

Fanpage fa introiti record ma paga i suoi cronisti la metà degli altri

“La testata che non fa sconti al governo Meloni e Fratelli d’Italia, pronta a utilizzare sistemi spionistici per infiltrarsi nel movimento giovanile di FdI in modi ai limiti della legalità, non disdegnerebbe di ricorrere a particolari soluzioni contrattuali pur di pagare meno i propri giornalisti”, commenta Lucio Malan. “Chissà se vedremo Fanpage, così solerte ad indagare gli altri, puntare i riflettori ed anche i microfoni su se stessa”, prosegue il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia.  “Anche perché, come risulterebbe sempre dall’articolo di Libero, i ricavi della proprietà andrebbero a gonfie vele, sottolinea ancora Malan. “Mica ci si può appellare al cosiddetto giornalismo d’inchiesta solo quando si tratta di attaccare gli avversari. Cancellato – conclude il capogruppo di FdI a Palazzo Madama – potrebbe infiltrarsi nel suo personale sotto falso nome per scoprire la verità, no?”.

Foti: “Urge destinare qualche infiltrato nella redazione di Fanpage”

Un sarcastico suggerimento rivolto anche dal presidente dei deputati di FdI, Tommaso Foti.  “Non è forse il caso che Fanpage, anziché destinare morbose attenzioni a Fratelli d’Italia destinate puntualmente a svanire nel nulla cosmico, destini qualche infiltrato nelle redazioni di Fanpage stessa a riprendere e documentare – di nascosto e sotto false vesti – quanto denunciato da Libero?”. E di “arruolamento di manodopera a basso costo” parla il senatore Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura puntualizzando che “la tanto decantata libertà di stampa si persegue anzitutto pagando equi compensi ai giornalisti” e “non descrivendo fantasiose congetture autoritarie. Se quanto emerso è vero, un’inchiesta seria andrebbe fatta, ma su Fanpage che sfrutta i giornalisti”.

“Giornalisti malpagati? Forse preferiscono gli imbucati nei partiti scomodi?”, scrive in una nota il vicepresidente vicario dei senatori di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon, che coglie “l’ipocrisia della sinistra sul tema del lavoro” con Fanpage, ad esempio, “che pubblica appelli per il salario minimo, ha ricavi alle stelle” ma che poi “sfrutterebbe la propria manodopera”.

L’incredibile difesa da parte del Pd: se Cozzolino li paga poco è colpa della destra

Da sinistra silenzio assoluto, tranne la cervellotica difesa di Fanpage da parte di Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria Pd. “Che ci sia un problema di giornalisti sottopagati nelle testate online, di articoli pagati ai corrispondenti di giornali locali a meno di tre euro, è purtroppo cosa risaputa”, dice, giocando a rimpiattino e chiedendo quanto paga Libero i propri collaboratori. Ruotolo poi fa da avvocato difensore di Cozzolino. “Ha applicato quasi esclusivamente il contratto Uspi-Figec – dice il deputato Pd – ovvero il contratto firmato con il sindacato di comodo del centrodestra che fa riferimento alla Cisal di Cavallaro”. Surreale Ruotolo: secondo lui se Fanpage sottopaga i suoi redattori è sempre colpa della destra.

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