Alain Delon e i suoi amori, ma è la figlia Anouchka l’unica donna a cui l’incantatore sembra aver voluto bene
Romy, Mireille, Nathalie, Rosalie e le altre. Sembra un film di Claude Sautet, ma è la vita sentimentale di Alain Delon (morto ieri a 88 anni). Turbolenta, sconfinata, infinita. Se si pensa che l’unico libro autobiografico autorizzato su Delon si intitola Les femmes de ma vie (2013) si intuisce la parte considerevole e magmatica che il lato passionale ha significato per l’interprete del Gattopardo. Un libro dove Delon confessa senza pudore che “senza le sue donne non sarebbe stato nessuno”. Alain re del bluff, impenitente donnaiolo ed egoista (o egoiste, come declamavano le attrici dalla finestra in quello spot di un noto profumo)? A dirla tutta il profumo Alain Delon esiste da un po’ in commercio e si chiama “Seducteur”. Anche se lui alla parola seduttore preferiva quella di incantatore. Tutta una questione di sguardi, insomma. Occhi azzurri e sguardo glaciale. Uomo bastardo o semplicemente incapace di amare? Comunque lo si ricordi in questi giorni, l’unica donna che sposa nel 1964 è Francine Canovas, poi Nathalie Delon, mamma del primogenito Anthony.
Per il resto solo promesse di amore senza sigillo civile. Sono comunque due donne a metterlo sulla careggiata del cinema: la prima fidanzata Brigitte negli anni cinquanta che a sua volta gli fa conoscere la sua amica Michele Cordue, moglie del regista Yves Allegret con cui Delon debutterà nel 1957. Pochi mesi e arriva l’incontro fatale con Romy Schneider. È lei la “diva”, principessa Sissi in cima al mondo che scende le scalette dell’aereo per incontrare il futuro partner nel film L’amante pura (1958). Lui, in mezzo a mille fotoreporter, la attende con un mazzo di fiori (“ me lo suggerì la produzione, mi sentivo un imbecille“). La relazione intensa dura 4 anni ed è la più letta e seguita sui tabloid dell’epoca. In mezzo sbuca pure il figlio non riconosciuto da Delon, avuto con la cantante Nico.
Ma la fine temporanea con la Schneider arriva quando nel “64 Delon incontra la Canovas, l’opposto di Romy. Una scappatella che diventa matrimonio. Delon che lascia Schneider con un biglietto: “Mi dispiace. So che ti avrei resa infelice. Parto per il Messico con Nathalie. Ti auguro ogni bene!”. Come chiamarlo un uomo così? Eppure Delon tradisce Nathalie con la cantante Dalida e nel ‘69 eccolo tornare in scena con la Schneider in La piscina. I due stabiliscono una solida amicizia. Probabile sia lui a volerla, perché nelle tante testimonianze dell’attrice, lei rimase legata intimamente a Delon fino alla fine dei suoi giorni. Per Elencare le successive relazioni ufficiali di Delon servirebbe un pallottoliere. Fa coppia fissa con Mireille Darc fino ai primi anni ottanta, ma con la maturità anagrafica, Delon sembra essere sempre più donnaiolo, ma anche burbero e irruento.
Quell’irrequietezza che diventa iconica nei personaggi dei suoi film ma che nella realtà lo mostra pubblicamente poco sensibile all’amore e le relazioni durature, come molto tradizionalista in termini culturali e politici. Sono gli anni dell’amicizia con il leader del Front National, Jean Marie Le Pen, della smaccata vicinanza all’area gollista e di tante prese di posizioni etiche come quando sostenne che l’omosessualità è “contro natura“. Lui che doveva tantissimo, in termini di carriera, a omosessuali come Luchino Visconti e Jean Claude Brialy, spiazzò nuovamente il pubblico.
Recentemente, quando ancora la malattia e la depressione non lo travolsero, ricambiò rotta sostenendo una candidata sindaca di Marsiglia, di sinistra e ecologista. Come inquadrare Delon, insomma, dal punto di vista dell’umanità e dei sentimenti? Probabile che il segreto stia in quella figlia, Anouchka, avuta da Delon nel 1990 dalla modella Rosalie Van Breemen, divenuta figura inseparabile per papà Alain, l’unica presente assieme al padre in pubblico fino a pochi anni fa, ad esempio sul red carpet al Festival di Cannes, e responsabile della “comunicazione” della vita di papà attraverso i social negli ultimi mesi. L’unica donna a cui Delon sembra aver voluto bene, senza desiderio di tradimento o rivalsa. Del resto in queste ore siamo venuti a sapere che l’attore nell’ultima telefonata privata a un collega di Le Monde, tirando le somme di una vita sentimentale e pubblica tempestosa, sostenesse: “Avessi fatto il salumiere (il patrigno aveva una salumeria a cui sarebbe stato destinato ndr), nulla di tutto questo sarebbe successo”.
L'articolo Alain Delon e i suoi amori, ma è la figlia Anouchka l’unica donna a cui l’incantatore sembra aver voluto bene proviene da Il Fatto Quotidiano.