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Август
2024

Strage di Vergarolla 78 anni dopo: una stele a Pola, la mostra a Roma

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POLA Italia e Croazia iniziano a fare i conti con la strage di Vergarolla, 78 anni dopo. Un passo in avanti nella presa di coscienza storica è stato compiuto fra le due sponde dell’Adriatico. Alla commemorazione – per la seconda volta nella storia organizzata dal Comune di Pola – è stato annunciato che è finalmente arrivato il nullaosta dalla Soprintendenza alle Belle arti per apporre vicino al cippo commemorativo nel parco vicino al Duomo una stele recante tutti i nomi delle 65 vittime identificate, dopo anni di no. E da Roma arriva una lunga nota del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che annuncia che «a breve verrà siglata una convenzione per una mostra sul confine orientale al Vittoriano», ed evidenzia l’impegno del governo per realizzare a Roma un Museo del Ricordo dove sarà anche raccontata la tragedia di Vergarolla e verrà custodita la memoria degli «italiani vittime delle atroci violenze dei partigiani comunisti di Tito».

Nella strage persero la vita più di un centinaio di persone su una spiaggia di Pola, città allora abitata al 95% di italiani. Il 18 agosto 1946 era gremita per una manifestazione sportiva di stampo patriottico. Pola infatti all’epoca era una piccola enclave della zona A all’interno della zona B, controllata dalla Jugoslavia, e veniva reclamata dai titini. Quel giorno 28 ordigni antinave inesplosi e ritenuti inerti da tempo sull’arenile detonarono, facendo strage della folla. Un terzo delle vittime erano bambini. I resti ritrovati sulla spiaggia erano di oltre cento persone, ma solo a 65 fu dato un nome, gli altri, erano polverizzati, irriconoscibili. Un responsabile per questo atto non fu mai individuato dalle autorità angloamericane, ma l’intento intimidatorio nei confronti della comunità italiana sembra chiaro. Poi la strage entrò in un rimosso collettivo.

In Croazia, l’anno scorso l’amministrazione comunale di Pola per la prima volta si prese carico dell’organizzazione della commemorazione, un fatto ricordato dal plauso di Graziella Cazzaniga Palermo, presidente dall’Associazione culturale degli Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in esilio, nel corso della commemorazione. Ed è stato proprio il sindaco della città, Filip Zoričić, a dare notizia della nuova stele commemorativa. «Devo ringraziare – ha spiegato – il vicesindaco italiano Bruno Cergnul per questa iniziativa». Cergnul ha spiegato che la soluzione architettonica è pronta e che il passo più difficile è stato ottenere il disco verde dalla Soprintendenza.

Ma Ennio Forlani, presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana, ha detto ciò che molti hanno omesso. Ossia che la strage venne compiuta per cacciare gli italiani da Pola. Dal canto suo il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul ha lanciato la proposta di allestire il parco della pace sulla spiaggia di Vergarolla, quale messaggio per le future generazioni. Toccante l’intervento di Livio Dorigo, 94enne ex presidente del Circolo di cultura istroveneta “Istria” di Trieste, anche lui partito da Pola dopo la strage: «Non ci si deve limitare ai riti e discorsi celebrativi banali – ha detto – ma agire affinché tragedie del genere non abbiano più a ripetersi».

Durante la cerimonia, inoltre, è stata data lettura del messaggio inviato dalla senatrice dem Tatjana Rojc. «È stata la strage degli innocenti – scrive – che purtroppo non è ancora entrata nella coscienza nazionale». «La storia ha lasciato nelle terre adriatiche esempi terribili – continua – per chi volesse imparare a non ripetere errori e orrori».

E se Sandra Savino, coordinatrice Fvg di Forza Italia e sottosegretaria al Mef fa eco alle parole di Rojc («Vergarolla deve essere un monito costante per la nostra società, affinché episodi di odio e violenza non trovino più spazio nel nostro futuro») toni più duri arrivano dal presidente dei senatori dello stesso partito, Maurizio Gasparri. Chiede «una verità negata da quasi ottant’anni» su Vergarolla: «Vogliamo i nomi dei mandanti comunisti di quella orrenda strage. Mi auguro che anche le massime Istituzioni della Repubblica oggi abbiano qualche parola per ricordare la strage di Vergarolla».

E di una verità insabbiata parla anche il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, figlio di esuli istriani, il padre polese, che accusa di «complicità gli inglesi, che in quel momento gestivano il “Protettorato” di Pola». Ziberna fa anche riferimento ad «alcuni documenti rintracciati negli archivi inglesi, nonché testimonianze di sopravvissuti raccolte di recente che hanno fatto ritenere verosimile l’ipotesi di un attentato terroristico dei servizi jugoslavi».

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