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Август
2024

La stazione industriale di San Sabba è ancora in buono stato e merita un’altra vita

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TRIESTE Il viaggio tra le stazioni ferroviarie dismesse a Trieste e in tutta la provincia continua con un edificio molto diverso da quelli descritti e raccontati finora. Per diversi motivi. Qui non sono mai transitati passeggeri, ma solo treni merci diretti ad alcuni stabilimenti e altre realtà industriali. L’immobile inoltre appare in buone condizioni, perché abitato fino a pochi anni fa, e si trova davanti a una strada asfaltata tuttora in uso, a differenza di altri stabili simili, rimasti in mezzo al verde, posizionati davanti a vie sterrate o a piazzali quasi inutilizzati.

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Tra le particolarità anche il fatto che le informazioni reperibili sulla sua storia sono molto poche. Eppure l’ex stazione di San Sabbia, lungo Rio Primario, è stata un punto strategico durante lo sviluppo di Trieste e soprattutto durante la crescita della sua area industriale e di grandi attività produttive.

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Nessun segno di degrado

La palazzina, come detto, non mostra segni evidenti di degrado, tranne per la porta d’ingresso, i cui vetri sono stati spaccato e dentro si nota l’atrio, con le pareti rivestite in legno. Poco distante c’è una scala, che conduce ai due piani superiori, utilizzati come casa sicuramente almeno fino a un paio di anni fa. Il periodo esatto dell’uscita da parte degli inquilini non è reperibile.

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Fuori ci sono ancora due campanelli, con i nomi, lo stabile quindi doveva essere abitato da due famiglie. Probabilmente entrambe risiedevano nel piano centrale, mentre quello più basso, fronte strada, mostra davanti e sui lati le inferriate, dove forse si trovavano locali tecnici. Il più alto invece ai lati è molto spiovente.

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Vasi di fiori appassiti

Sulla facciata principale, su una parete, restano ancora appesi ai mattoni due vasi di fiori, con le piante ormai appassite. Si notano ancora alcune tendine alle finestre e un serramento sostituito di recente. Altri fabbricati più bassi si trovano ai lati, nel giardino chiuso per evitare qualsiasi tipo di intrusione, con un cartello che segnala in modo evidente il divieto di accesso.

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La forma complessiva dell’edificio ricalca quella già vista in altri punti della città. Simile alla stazione di Guardiella e in parte ricorda anche a Rozzol-Montebello. Tutte hanno in comune il fatto che, dopo la chiusura dell’attività per la quale erano state pensate, all’interno sono rimaste persone, spesso ex ferrovieri, che hanno vissuto negli storici alloggi.

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Un futuro diverso?

Considerando il destino di abbandono capitato alle altre, isolate e mal ridotte, forse per San Sabba il futuro potrebbe essere diverso, visto che nell’area sono comunque presenti imprese di diverso tipo e soprattutto alla luce dello stato generale dell’immobile. Solo il tempo dirà se l’edificio verrà recuperato e magari riutilizzato o se finirà nel lungo elenco di stazioni che ancora attendono una nuova vita.

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La storia

Edificata alla fine del 1800, per collegare la nascente zona industriale periferica, è nata con la cosiddetta linea bassa, che partiva dalla stazione di Sant’Andrea, quindi Campo Marzio, per transitare poi a pochi metri da via Svevo. Rasentava l’area della Ferriera e aveva diversi raccordi che raggiungevano alcune fabbriche della zona, come l’oleificio o i macelli che si trovavano dove attualmente si trova lo stadio Rocco e ancora prima, dove adesso c’è un maxi supermercato. Strada che, appunto, si chiama ancora via dei Macelli.

Tra le informazioni che si possono reperire sembra che la stazione sia stata dismessa, per quanto riguarda la sua funzione, verso gli anni Novanta. Curiosità, qualche decina di metri prima risulta in piedi un altro edificio ferroviario, ben recintato. In questo caso non è chiara quale sia stata la funzione, probabilmente un casello o un magazzino. Tutti gli accessi qui sono murati.

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