Coltivazioni bruciate dal sole, soffronto viti e frutteti: l’associazione Torre Natisone scrive a Fedriga
PREMARIACCO. Il caldo degli ultimi giorni non fa boccheggiare solo le persone. A patirne le conseguenze sono anche i campi coltivati, specie quelli dove scarseggiano le infrastrutture irrigue.
È il caso delle aziende agricole attive nell’area compresa tra i fiumi Torre e Natisone, che ormai un anno fa si sono costituite in associazione per chiedere alla politica e agli enti competenti, su tutti il consorzio di bonifica Pianura Friulana, opere che consentano loro di sopravvivere.
A distanza di un anno non molto è cambiato e con la nuova ondata di siccità, iniziata nei giorni scorsi, la situazione nei campi non è dissimile da quella che aveva spinto le aziende a fare squadra. Coltivazioni letteralmente bruciate dal sole, comprese quelle a più alta marginalità come le viti, e redditi che in prospettiva si annunciano, se non azzerati, fortemente ridotti.
Una prospettiva insostenibile per le aziende – a oggi sono 50 quelle che hanno aderito all’associazione Agricoltori Torre Natisone, dislocate tra Povoletto, Faedis, Torreano, Moimacco, Cividale, Premariacco, Remanzacco, Buttrio, Pradamano e Manzano – che hanno nuovamente rotto gli indugi, rivolgendosi, stavolta, ai massimi livelli istituzionali in regione.
Il presidente del sodalizio Nicola Cecutti ha scritto infatti una lettera, accorata, direttamente al presidente Massimiliano Fedriga, inviandola per conoscenza anche agli assessori alle Risorse agricole, Stefano Zannier, e allo Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro.
«La stretta di caldo che in questi giorni sta attanagliando la nostra regione ha subitamente messo in evidenza la fragilità del settore agricolo nel comparto Torre Natisone. La mancanza di precipitazioni e il caldo torrido in poche ore hanno mutato l’aspetto del territorio – scrive Cecutti al governatore –: da un ambiente verde e rigoglioso si è passati a campagne arse e colture rinsecchite condannate a non poter compiere positivamente il loro ciclo vitale e produttivo. E se per i seminativi il danno è limitato alla singola stagione colturale, ben maggiore è quando a patire sono le colture pluriennali, vedasi vite e frutteti».
Cecutti ricorda come sul territorio, forte di 17 mila 500 ettari di superficie, siano numerose le aziende agricole in attività, diverse delle quali rilanciate da giovani che in questi ultimi anni hanno riscoperto la via dell’agricoltura.
«Attività di cui abbiamo bisogno – prosegue il presidente – perché ci cibiamo di agricoltura, non di altro, e perché il territorio va presidiato al fine di garantire il sereno vivere della cittadinanza».
Cecutti rammenta a Fedriga la disponibilità dimostrata in campagna elettorale «a supportare il settore agricolo» e lo invita ad agire in fretta. «Il nostro territorio – ribadisce – necessita di acqua in superficie, ma serve subito. Ne basta anche poca, grazie alle metodiche di oggi, che i nostri giovani sanno applicare».
La richiesta è quella avanzata già un anno fa, all’atto di costituzione del sodalizio: poter contare su opere irrigue che garantiscano all’area della sinistra Torre, che a oggi ne risulta sprovvista, l’acqua per far fronte ai momenti di peggiore siccità.
«Per la mancanza di acqua in superficie – ricorda dal canto suo Albertino Cainero, uno dei fautori dell’associazione – già due anni fa il consorzio di bonifica commissionò uno studio all’Università per l’individuazione di soluzioni in tal senso, uno studio – conclude – che è ancora in corso».