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Август
2024

Recoba: «Venezia, parti forte. Servono punti subito, io tifo sempre per te»

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Il Venezia è pronto a ripartire in Serie A questa sera alle 20.45 debuttando in questa nuova stagione su un palcoscenico d'eccezione: l'Olimpico, dove la padrona di casa sarà la Lazio. Davanti alla tv oltre ai tifosi che non potranno raggiungere la capitale ci sarà anche un sostenitore d'eccezione che, nonostante le 5 ore di fuso orario, sarà a tifare per Di Francesco e i suoi: Alvaro Recoba. Sono trascorsi 25 anni da quando Beppe Marotta lo portò alla corte di Walter Novellino per cercare una salvezza che, prima del suo arrivo, sembrava soltanto un miraggio.

Metà stagione è bastata per renderlo protagonista di un percorso impronosticabile per come era iniziato il campionato di un Venezia neopromosso che faticava a trovare la quadra per rimanere nella categoria, un lasso di tempo breve che lo ha reso una leggenda nella Serenissima.

Tanto è bastato per creare un legame indissolubile tra il Chino e la città: non ha dimenticato nulla di quel periodo, neppure un istante. È come se dentro di se avesse scolpito tutta Venezia, dal campanile di San Marco al prato verde del Penzo.

Si tiene quei momenti talmente stretti tanto da sentire ancora i suoi ex compagni squadra quotidianamente, accorciando le distanze con un gruppo WhatsApp. Ed è proprio per questo che, nonostante gli anni e un oceano di distanza, Recoba non ha perso l'occasione per ricordare quel periodo e dare qualche suggerimento al suo Venezia prima del calcio d'inizio. Un modo per fare da ponte e perché no, anche di buon auspicio, tra la travolgente cavalcata del '99 e questo tanto lottato ritorno in Serie A.

Recoba, lei per Venezia e i veneziani è il simbolo di una delle più belle pagine del calcio arancioneroverde. Cosa si ricorda di quei mesi?

«Tutto, non mi sono dimenticato nulla, ma questo perché Venezia stessa è indimenticabile. Sono stati 6 mesi straordinari, non c'è un momento che non mi porti dietro. L'ambiente, i miei compagni di squadra, tutto è ancora dentro di me e ci resterà per sempre, anzi pensi che con loro ci sentiamo tutti i giorni nella chat che abbiamo creato per rimanere in contatto».

Se le chiedessi di raccontarmi un momento particolare, uno che in quei sei mesi, tra i tanti ricordi che si porta dietro, l'ha segnata nel profondo, quale mi direbbe?

«Eh, se ci penso tra tutti ce n'è stato uno che mi ha particolarmente impressionato e che, secondo me, è stato anche quello cruciale che ci ha permesso poi di cambiare le sorti del campionato ed è Venezia– Empoli. Io quella partita non me la riesco a dimenticare, se ci penso adesso è come se la rivivessi in diretta. Un primo tempo disastroso andiamo nello spogliatoio sotto di due reti, tra cui una su arrivata su rigore, e con un uomo in meno: un disastro. Tra me e me penso: "cosa sto facendo?". Mi sale il panico, ma nello spogliatoio, insieme ai miei compagni ritrovo la lucidità: siamo in casa nostra, questo è il Penzo, ci diciamo, e li capiamo che i 45 minuti successivi avremmo dovuto giocarli portando in campo tutta la grinta e la forza possibili. Rimontiamo, e al fischio finale abbiamo vinto per 3-2 ed è così che tutto è cambiato».

Un momento unico, non c'è che dire...

«Sì, perché è vero avrei anche potuto risponderle che il momento più importante o più bello è stato quello con la Fiorentina, quando ho segnato una tripletta, emozionante certo, ma non è paragonabile a quella giornata. Abbiamo ribaltato tutto, trasformando completamente una partita che nel primo tempo e dieci contro 11 sembrava persa, ma è proprio lottando fino all'ultimo minuto, uniti tutti verso lo stesso obiettivo che si raccolgono le soddisfazioni più belle. Abbiamo trasformato un incubo in un sogno. Quell'anno alla fine per come abbiamo chiuso la stagione potevamo puntare anche alle coppe Europee, ma quello che abbiamo fatto alla fine è stato comunque grandioso e ne sono fiero».

E oggi, cosa si aspetta da questo Venezia fresco di promozione?

«I ragazzi sono stati bravissimi, non era facile tornare in Serie A dopo due anni di assenza affrontando un campionato di B molto competitivo. Sono stati in grado di tenere testa a ogni avversaria e adesso sono chiamati a dare ancora di più. Voglio cogliere questa occasione per dire loro una cosa che per me è fondamentale: partite bene e puntate a fare più punti possibili, perché un buon inizio vale tutto. Non sempre si riesce a venirne fuori come è successo a noi quell'anno e ogni weekend hai davanti squadre forti che non fanno sconti. Perciò incominciate bene, questo è il consiglio che sento di darvi».

Pensa che i veneziani potranno coronare il sogno di rivederla al Penzo?

«Mi piacerebbe moltissimo, ero già stato invitato la passata stagione, ma per impegni di lavoro non sono riuscito a venire. Quest'anno, invece, sono sicuro che riuscirò a organizzarmi e mi farebbe piacere riuscire a tornare allo stadio per Venezia-Inter, un match a cui sono molto legato e che vorrei poter rivivere».