Campo Marzio, ex museo del Mare: «Entro l’anno passerà al Comune di Trieste»
«Siamo sulla rampa di lancio». Elena D’Orlando, presidente della commissione paritetica Stato-Regione, è fiduciosa sull’esito dell’iter che dovrebbe portare tre immobili demaniali al Comune triestino.
Quello che oggi più ci interessa è l’ex museo del Mare in Campo Marzio e tra poco scopriremo perché. La presidente spiega che l’istruttoria è avviata e si attende semaforo verde dai ministeri competenti, Economia e finanza e Cultura. Ottenuto il loro via libera, la commissione sarà rapidamente convocata: a quel punto il dossier verrà trasmesso alla presidenza del Consiglio per l’ultimo e definitivo passaggio in Consiglio dei ministri.
Tempi? Quelli regionali entro il corrente anno, quelli romani si spera non siano troppo protratti.
Arriviamo al dunque. In via Campo Marzio 5 c’è un antico edificio che nel corso della sua trisecolare storia ha recitato numerosi ruoli: lazzaretto, caserma, arsenale, museo. Fa parte di un terzetto di immobili che da tempo dovrebbe passare dallo Stato al Comune triestino: gli altri due sono l’ex caserma Duca delle Puglie, che oggi ospita il museo De Henriquez, e la Pineta di Barcola.
L’ex museo del Mare in campo Marzio sorge in un’area sensibile per gli interessi urbanistici ed economici del Municipio. Infatti confina con gli spazi esterni del Mercato ortofrutticolo, che la civica amministrazione, in testa il primo cittadino Roberto Dipiazza, vuole vendere e trasformare, perlomeno in parte, in un parcheggio, allo scopo di risolvere il problema della sosta nella zona centrale cittadina.
Bene, ma cosa c’entra l’ex museo del Mare con tutto ciò? C’entra perché quando l’edificio entrerà a far parte del patrimonio immobiliare municipale, essendo finitimo con l’odierno Mercato ortofrutticolo, chi acquisterà il terreno mercatale, comprerà anche l’ex museo del Mare. Tale è l’intenzione espressa da un importante profilo della macchina amministrativa come Giulio Bernetti, direttore dipartimentale territorio-ambiente-lavori pubblici-patrimonio. Insomma, chi intenda comprare il perimetro del Mercato, quotato sulla carta 24 milioni 700.000 euro, sappia che dovrà comprare quella casetta settecentesca.
Non è una strada pianeggiante quella che incastra questi tasselli. Innanzitutto l’attuale Ortofrutta potrà andare sul mercato quando verrà reperito il sito dove trasferire il mercato: una volta sembrava l’ex Duke in via Ressel, poi piaceva l’ex Manifattura tabacchi in via Malaspina, dopo avanti con il Polo del freddo a Prosecco sotto la regìa dell’Autorità portuale.
Infine pare si torni alla casella dell’ex Manifattura e si stia valutando con Francesco Fracasso, proprietario di quei 50.000 metri quadrati, cosa si può fare, dal momento che all’imprenditore veneziano l’area Campo Marzio-Sacchetta non dispiace.
E chi si porta a casa l’ex museo del Mare, cosa potrebbe farne? Lo stabile è naturalmente vincolato dalla Soprintendenza, dunque è indispensabile verificare quali siano i margini di intervento. A tale riguardo è utile ripercorrere il curriculum del fabbricato, che ha un accesso carrabile in Campo Marzio, dietro il quale si apre un ampio giardino in passato ospite di serate estive cultural-ricreative.
L’edificio sorse tra il 1720 e il 1730 e faceva parte del cosiddetto Lazzaretto vecchio o San Carlo, dove erano saline dismesse appartenute alle monache di San Cipriano.
La sua rilevanza scemò con il nuovo Lazzaretto di Santa Teresa. Durante la presenza francese si tripartì tra caserma, deposito della marina, carcere femminile. Con il ritorno asburgico fu arsenale e direzione d’artiglieria. Voliamo al 1968 allorquando il Comune istituì il museo del Mare e scelse come sede il vecchio arsenale, l’allestimento espositivo venne affidato a Umberto Nordio. Assolse il suo dovere istituzionale fino alla primavera 2019 quando venne chiuso, onde consentire inventario e trasferimento dei reperti nel magazzino 26 in Porto vecchio.