Allontanato il medico della tv dopo soli tre giorni a Cuorgnè
CUORGNÈ
Alle 8 di mercoledì mattina stava aspettando il treno alla stazione di Rivarolo. Il dottor Vieri Riccioni, finito nella bufera dopo un servizio de Le Iene nel suo studio di medico di base a Prato nel 2019, al pronto soccorso di Cuorgnè è rimasto in servizio tre giorni. Nella tarda serata di martedì, la Medical line consulting, che ha in assegnazione il servizio di pronto soccorso di Cuorgnè, ha comunicato al dottore che in quell’ospedale non ci sarebbe andato più.
La polemica era montata nelle ore precedenti, dopo che il Comitato che si è occupato di sostenere la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè, aveva sollevato via Facebook chiarimenti sul dottore postando il servizio de Le Iene. La direzione Asl/To4 aveva chiesto chiarimenti alla Medical line consulting, che aveva risposto che il dottore aveva tutti i requisiti. Lui stesso (72 anni, laureato in medicina, specializzato in oculistica, già medico di base) aveva spiegato che l’inchiesta scaturita dal servizio delle Iene si era chiusa con un’archiviazione e la sua posizione all’Ordine dei medici con un pronunciamento a suo favore della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie. In ogni caso, va detto che è lo stesso Vieri Riccioni a dire che si aspettava quanto accaduto. «Capita sempre - racconta -. Questa volta sono stato allontanato già in serata, martedì. La sanità pubblica non ama il clamore su queste cose. Mi è già successo in passato. Sono stato scagionato dalle accuse e continuerò a lavorare, cercherò altri che mi diano fiducia. Ho già ribadito di non essere stato radiato dall’Ordine dei medici, ho vinto io la causa dopo l’opposizione avanzata in seguito alla sospensione. Per questo ho potuto continuare a lavorare anche quando sono stato messo sotto accusa. Sono in regola e troverò un altro lavoro. Purtroppo, non ho seguito il consiglio del mio legale che, già dopo il pronunciamento che ribadiva la mia estraneità ai fatti, mi suggeriva di fare una dichiarazione pubblica per chiarire quanto accaduto ed evitare che avvenissero altri allontanamenti. Ho fatto male, avevo scelto il profilo basso e non è stata una buona idea. Ora mi dirigerò altrove, ancora una volta».
Il caso emerso al pronto soccorso di Cuorgnè, però, riporta sotto la lente il tema dell’esternalizzazione dei servizi della sanità pubblica, compresi quelli più delicati e sensibili dell’emergenza. Resta senza risposta il quesito, inviato in forma scritta, alla Medical line consulting per sapere se i medici inviati nei servizi di emergenza dell’Asl/To4 abbiano una formazione specifica per questo tipo di attività. Nell’ultimo bando pubblicato dall’Asl/To4 per l’affidamento di una serie di servizi a società esterne, per il pronto soccorso di Cuorgnè si ipotizza, per un anno, una spesa di un milione 284mila e 800 euro. Alla società esterna si chiedono servizi per oltre 11.600 ore che, nella sostanza, prevedono un medico 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (la notte si occupa anche dell’attività di guardia interdivisionale nei reparti di degenza) e una linea gestione degenza nell’osservazione breve intensiva dalle 8 alle 16, sempre tutti i giorni. Da segnalare anche che, negli ultimi quattro concorsi per l’emergenza, ci sono state domande di professionisti e specializzandi con alcune assunzioni a tempo indeterminato a Ciriè e a Ivrea.
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