I militari dell’Ariete in Bulgaria presidiano il fianco est della Nato
Gli uomini e le donne della 132ª brigata corazzata Ariete sono ancora protagonisti della missione di “Attività di vigilanza rafforzata” che si sta svolgendo in Bulgaria, nel fianco est europeo dove l’Alleanza Atlantica ha dispiegato uomini e mezzi lungo un cordone che dal Mar Nero arriva ai Paesi Baltici.
Nell’avvicendamento che si è svolto nei giorni scorsi nel campo di Novo Selo, il 32° reggimento carri di stanza a Tauriano è subentrato al 132° reggimento carri di Cordenons, con il colonnello Mariano Rocco Scandurra che ha ceduto il comando al suo parigrado il colonnello Federico Maddaluno il quale guiderà, per i prossimi sei mesi, il battaglione multinazionale.
Presente al passaggio di consegne è stato il generale della brigata Ariete Domenico Leotta. Con lui una platea di autorità civili e militari, a cominciare dal vicecomandante del comando operativo di vertice interforze di Roma, il generale di squadra aerea Nicola Lanza de Cristoforis; il vicario dell’ambasciatrice d’Italia in Bulgaria Edoardo Di Paolo; il comandante del comando interforze bulgaro, il generale di divisione Krasimir Kanev; il capo di stato maggiore della Multinational division south east, il colonnello Ciprian Balica.
Nel suo discorso di commiato, il colonnello Scandurra ha ringraziato il paese ospitante questa missione e tutti i rappresentanti dei Paesi che vi partecipano e contribuiscono al suo svolgimento.
Nell’area addestrativa di Novo Selo i militari italiani sono infatti circa 750, a cui vanno ad aggiungersi i soldati dei contingenti di Bulgaria, Grecia, Macedonia del Nord, Montenegro, Albania, Turchia e Stati Uniti.
Un lavoro intenso, quello che è stato svolto nei sei mesi scorsi dai carristi del 132° di Cordenons. Da menzionare intanto la visita a Novo Selo del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella il 18 aprile, accompagnato dal generale del Covi Francesco Paolo Figliuolo, con il presidente bulgaro Rumen Georgiev Radev.
La visita del sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti con il capo di stato maggiore generale Carmine Masiello il 24 luglio e quella del 29 maggio di trenta rappresentanti di 15 stati membri dell’Assemblea parlamentare della Nato, ai quali il colonnello Scandurra ha illustrato un quadro generale delle attività della missione.
I sei mesi passati sono serviti all’amalgama tra i vari contingenti, per portare ad un livello ottimale l’integrazione, l’interoperabilità e la standardizzazione nel motto coniato appositamente per questa missione “Conoscerci l’un l’altro, prima di avere bisogno l’uno dell’altro”.
Le esercitazioni hanno coinvolto anche la componente Cbrn (chimica, batteriologica, radiologica e nucleare) ai fini di aggiornare e migliorare le procedure per la protezione del personale in ambiente contaminato.
Lavori sono in corso a Kabile, una nuova area individuata per la futura immissione di ulteriori componenti specialistiche dell’Esercito che eleveranno il contingente da Battle Group a Brigata.
La missione eVa è stata varata dalla Nato l’11 agosto 2022, dopo l’invasione della Ucraina da parte della Russia per rinforzare il suo fianco est che comprende, oltre alla Bulgaria, la Romania, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania.
A partire dall’ottobre 2022 dell’Italia si è proposta a guida di questo Forward Land Force Battle Group.
© RIPRODUZIONE RISERVATA