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Август
2024

Allarme pertosse in provincia di Treviso: da febbraio 120 casi

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In sei mesi, 120 casi di pertosse in provincia di Treviso. Con sette malati adulti di età superiore ai cinquant’anni, «cosa del tutto insolita, mai registrata prima» per una malattia tipicamente infantile.

Parole del direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, che utilizza il termine «alert»: spia rossa accesa, allarme per un picco insolito e preoccupante.

I numeri

Benazzi snocciola i numeri: «Da febbraio a luglio abbiamo registrato 58 casi nel distretto di Asolo, 20 in quello di Pieve di Soligo e 42 a Treviso. Stranissimo, mai avuto numeri del genere». Il motivo, secondo il direttore generale, sta nella scarsa diffusione del vaccino, «che rappresenta l’unica barriera possibile contro la pertosse».

Obbligo ed elusione

Il vaccino è obbligatorio: la pertosse è una delle dieci malattie per le quali è previsto (tra le altre ci sono difterite, tetano, poliomielite, epatite B, morbillo, parotite, rosolia e varicella). «Il vaccino contro la pertosse è obbligatorio ma purtroppo c’è chi non lo fa, così come c’è chi non fa i richiami ogni dieci anni come previsto», spiega ancora Benazzi. Lo stesso direttore generale definisce la pertosse come «malattia batterica acuta, molto rischiosa per le persone anziane o per i bambini piccoli».

In questi sei mesi in cui si sono registrati 120 casi, tre hanno portato al ricovero in ospedale: «Un paio di bambini e un adulto, i bambini nel distretto di Pieve di Soligo, l’adulto in quello di Asolo».

Una settimana di ricovero, in media, e poi la guarigione fortunatamente senza gravi conseguenze. «Ma la pertosse non è assolutamente da sottovalutare – sottolinea ancora il direttore generale dell’Ulss 2 di Treviso – Si trasmette per via respiratoria e, dopo un periodo di incubazione di 5-21 giorni, la malattia può durare anche dieci settimane. Può dare convulsioni e danni cerebrali ai neonati».

La malattia

La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio bordetella pertussis. Un altro batterio della stessa famiglia, il bordetella parapertussis, è all’origine di una malattia simile, la parapertosse, che si manifesta però con sintomi più lievi.

La pertosse viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite, e colpisce prevalentemente bambini sotto i cinque anni.

L’uomo, spiega l’Istituto superiore per la sanità, è l’unico serbatoio noto del batterio, di conseguenza la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani.

Un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. A differenza delle altre malattie infantili, l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo.

La diffusione

La pertosse è diffusa in tutto il mondo, ma è diventata molto rara, specialmente nei paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell’infanzia. Oggi il novanta per cento dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini.

Nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità e, in effetti, quando è stato introdotto il vaccino 30 anni fa non venivano utilizzate le dosi di richiamo, spiega ancora l’Iss.

Contrariamente ad altre malattie infettive, la pertosse può colpire anche i neonati di madre immune: sembra infatti che gli anticorpi materni, che costituiscono le loro prime difese, non siano in grado di proteggerli contro questa infezione.

La Quinta

Molti, secondo il report dell’Ulss 2 della Marca, anche i casi della cosiddetta quinta malattia, simile al morbillo, contagiosa e diffusa tra i bambini: 153 i casi registrati da febbraio a luglio nel distretto di Asolo, 92 a Pieve di Soligo e 90 a Treviso. Cinque gli ospedalizzati, tutti bambini nei primi anni di vita, poi guariti senza gravi conseguenze.