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Август
2024

Unione Italiana, accolto il ricorso: torna in gioco la frattura interna

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CAPODISTRIA Unione Italiana, punto e a capo: ossia, la spaccatura non è ancora formalizzata del tutto. Il ministero degli Interni sloveno ha accolto il ricorso inoltrato dal presidente dell’Unione Italiana (Ui) Maurizio Tremul e dalle consigliere Liana Vincoletto di Bertocchi e Maia Nerina Bertoch di Ancarano, contro la delibera del 9 febbraio 2024 dell’Unità amministrativa di Capodistria che aveva dato il via libera a Astrid Del Ben quale nuova coordinatrice della Consulta dell’Ui di Capodistria, in luogo di Tremul. Lubiana ha deciso che tutta la questione - che ha infiammato il mondo degli italiani che vivono in Croazia e Slovenia - deve essere riesaminata dall’autorità di prima istanza, cioè dall’Unità amministrativa capodistriana che dovrebbe esprimersi entro un mese, probabilmente a inizio settembre.

È stato lo stesso Tremul a comunicare quanto emanato dal dicastero di Lubiana, rilevando di sperare che gli argomenti esposti dai firmatari dei ricorsi saranno recepiti, rispettando così – ha detto – i provvedimenti interni dell’organizzazione apicale dei connazionali, stando ai quali il coordinatore della Consulta è il presidente dell’UI. Lo stesso Tremul, insomma. Bisogna dunque attendere quanto deciderà l’istanza capodistriana, a cui potrebbero seguire altre formalità da sbrigare: serviranno dunque un paio di mesi per sapere cosa e se cambierà.

Anche il parlamentino dell’UI, la sua Assemblea (che rappresenta con i suoi 75 seggi tutte le Comunità degli Italiani), resta dunque alla finestra. Gli esiti possono essere solo due: che Tremul resti coordinatore della Consulta dell’UI capodistriana, oppure che venga rispettata la delibera del 9 febbraio, presa in base alle decisioni varate un mese prima, il 9 gennaio, da parte di sette consiglieri su dieci della Consulta di Capodistria, che riunitisi in segreto e senza informare chi di dovere (cosa mai verificatasi in precedenza), avevano silurato Tremul esprimendosi a favore di Del Ben, nominando pure la nuova Commissione dei Garanti, d’Appello e di Controllo.

La Consulta di Capodistria fa parte dell’UI di Fiume e quando i suoi membri si riuniscono devono farlo assieme all’Assemblea UI: lo stabiliscono le leggi slovene, lo Statuto e gli atti interni dell’UI stessa. Lo strappo del 9 gennaio è stato ritenuto dunque da parte dei vertici UI un grave vulnus all’unitarietà degli italiani che vivono nei due Paesi vicini.

Contattata, Astrid Del Ben ha confermato che il ministero sloveno dell’Interno ha accolto i ricorsi, con il riesame del procedimento in mano ora all’Unità amministrativa capodistriana. «Fino a eventuale decisione contraria, resto la responsabile di Capodistria, iscritta regolarmente al competente registro. Siccome non si è mai verificata una situazione di questo tipo, non so quali mosse saranno adottate dall’Unità». Tremul ha ripetuto i suoi concetti: Consulta irregolare, regole UI non rispettate, unitarietà in pericolo. Ma si è detto convinto che la posizione sua e di chi lo appoggia sia coerente, corretta e conforme alla legge. «Ricordo che nel 1998 registrammo l’UI in Slovenia – ha detto Tremul - e fu il risultato di un lungo lavoro politico e diplomatico, cui parteciparono i vertici dei governi, italiano e sloveno, assieme all’UI e alla Can costiera. L’Italia ha sempre sostenuto l’unitarietà dei connazionali nei due Stati, mentre l’azione dello scorso 9 gennaio da parte di alcuni consiglieri dell’UI rinnega questo risultato e rende vani i pluridecennali sforzi dei governi italiani nel mantenere la nostra unitarietà. È un fatto gravissimo». —

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