Carceri, i Tribunali di Sorveglianza sono sotto pressione: “Servirebbero almeno altri mille magistrati in organico”
Servirebbero almeno mille magistrati di Sorveglianza in più per velocizzare la gestione dei fascicoli dei detenuti. Mentre il ministro Carlo Nordio annuncia l’intenzione di voler riformare la custodia cautelare “per evitare la carcerazione ingiustificata”, gli addetti ai lavori spiegano che il problema del sovraffollamento è legato anche agli organici dei giudici. “La situazione dei tribunali di Sorveglianza in Italia può essere definita drammatica: i 236 magistrati impiegati nei 29 tribunali sono chiamati a decidere su un numero altissimo di fascicoli, ne servirebbero mille in più. Lavorano a ritmi incessanti ma ad oggi sono circa 100 mila le posizioni al vaglio, solo per quanto riguarda i condannati in stato di libertà che devono espiare pene uguali o inferiori a 4 anni. Gente che attende di conoscere il proprio destino, se il carcere o le pene alternative”, spiega Giovanni Maria Pavarin, ex giudice di sorveglianza e che è stato responsabile del Coordinamento nazionale magistrati di Sorveglianza (Conams).
L’annuncio di Nordio – Ieri, durante l’approvazione definitiva del decreto Carceri, a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione alla presenza di Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti e lo stesso Nordio. Alla fine il guardasigilli ha spiegato di voler intervenire sull’istituto della custodia cautelare come richiesta da un’ordine del giorno presentato dal deputato di Azione, Enrico Costa, e approvato dalla maggioranza. Per questo motivo Nordio intende chiedere un incontro a Sergio Mattarella. “Del pari – ha aggiunto – proporrò al Consiglio Superiore della Magistratura di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del ministero agili e veloci procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza”.
“Mancano mille magistrati” – Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. “Fare una stima di quanti siano i magistrati necessari per potere fare viaggiare la macchina in modo più spedito è impresa complessa ma sicuramente raggiungeremmo le tre cifre: servirebbero sulla carta almeno 1000 magistrati in più”, spiega Pavarin. “Ad oggi – aggiunge – è inutile dire, come ha fatto il ministro Nordio, che ci sono 5000 mila detenuti in attesa di tornare in libertà: negli uffici di Sorveglianza si lavora già molto di più rispetto agli uffici Gip o Gup. Da noi mancano anche i cancellieri che sono fondamentali per fare andare avanti il lavoro”. Per Pavarin la situazione sul territorio è complessa ma ci sono realtà dove maggiori sono le criticità. “I distretti più in difficoltà sono quelli di Napoli, Milano ma anche Roma che è chiamata a decidere sul 41 bis. I miei sono solo esempi, basta pensare anche a Trieste, dove sono stato presidente del Tribunale, sono tre i magistrati al lavoro invece di 6″.
Giachetti e i radicali denunciano Nordio – Intanto il deputato d’Italia viva Roberto Giachetti, Rita Bernardini, Sergio D’Elia e Elisabetta Zamparutti, esponenti di Nessuno tocchi Caino, hanno presentato alla caserma dei carabinieri di San Lorenzo in Lucina, a Roma, un esposto-denuncia contro il ministro Nordio. “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo. A questa previsione del codice penale (Art. 40) facciamo riferimento noi dirigenti di Nessuno tocchi Caino nell’esposto-denuncia patrocinato dall’avvocato Maria Brucale. L’esposto è rivolto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma perché, a fronte della gravità della situazione nelle carceri – descritta con dovizia di particolari nelle 11 pagine del testo – e a fronte dei probabili ulteriori pericoli che incombono sulla comunità penitenziaria, verifichi la sussistenza di eventuali responsabilità penali a carico del Ministro della Giustizia e dei Sottosegretari on. Andrea Del Mastro Delle Vedove e sen. Andrea Ostellari i quali, avendo specifici obblighi di custodia dei ristretti, non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita”. Nel documento vengono citate le 65 persone private della libertà che si sono tolte la vita quest’anno, al 5 agosto 2024, a cui vanno aggiunti 7 agenti della polizia penitenziaria e altri 97 detenuti che sono morti per cosiddette cause naturali.
L'articolo Carceri, i Tribunali di Sorveglianza sono sotto pressione: “Servirebbero almeno altri mille magistrati in organico” proviene da Il Fatto Quotidiano.