Tassa di soggiorno più salata: alzata di scudi degli albergatori bellunesi
È rivolta. Tutti contro la nuova tassa di soggiorno. Gli albergatori per primi; si ritengono i più penalizzati. Ma anche i pubblici amministratori.
L’ipotesi del governo
Secondo l’ipotesi che il Governo ha fatto circolare, e che era stata anticipata recentemente a Cortina dal ministro del turismo Daniela Santanché, l’imposta di soggiorno potrebbe essere estesa a tutti i 7.904 Comuni italiani che vorranno applicarla, mentre oggi la possono applicare solo i capoluoghi, le unioni di comuni e i comuni turistici.
In provincia di Belluno è praticata solo da poco più della metà dei Comuni.
È ipotizzata anche una rimodulazione degli importi: fino a 5 euro nel caso di costo del pernottamento inferiore a 100 euro, fino a 10 euro per una stanza tra i 100 e i 400 euro, fino a 15 euro per una sistemazione tra i 400 e i 750 euro, per salire ad un massimo di 25 euro al giorno negli alberghi di extralusso (oltre 750 euro a notte).
Inoltre, gli incassi verrebbero destinati non solo ad interventi nel settore del turismo, ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Ammonta a 4 milioni e 600 mila euro la somma che prevedibilmente sarà raccolta quest’anno in provincia. È aumentata del 35,7% tra il 2023 e il 2022, mentre tra il 2019 ed il 2022 ha registrato un incremento dell’11,5%.
Le reazioni dei sindaci
È da immaginare che sindaci, vicesindaci ed assessori al turismo e alle finanze tirino un sospiro di sollievo. Invece no.
«Noi a Cortina abbiamo ritoccato l’anno scorso la tassa di soggiorno concordando tale rincaro con la locale Associazione Albergatori», ricorda Roberta Alverà, vicesindaco di Cortina, già presidente degli Albergatori.
Nel 2023 Cortina ha incassato 2 milioni e 200 mila euro, aumentando la tassa del 34,9% tra il 2023 ed il 2022.
«Auspichiamo che il ministero del Turismo, prima di rendere effettivo un provvedimento che cambia il sistema impositivo, faccia altrettanto, confrontandosi con Federalberghi nazionale e con le associazioni di categoria che hanno attinenza con la riscossione dell’imposta – auspica l’assessore Alverà –. Questo perché di fatto, anche se la tassa grava sui turisti, spetta poi agli addetti del settore adempiere alle varie fasi di riscossione fino al riversamento nelle casse comunali».
Roberto Pais Bianco è l’assessore al turismo di Auronzo. Fa l’albergatore. «L’annunciato aumento non mi convince in entrambe le vesti», anticipa. «Il turista è disposto anche a pagare, pure un balzello alto se può darsi una camera ad oltre 700 euro la notte. Ma – specifica – pretende che le tasse si traducano in servizi, non solo di arredo della cittadina che lo ospita, ma anche, ad esempio, di trasporti. Da almeno due anni siamo fortunatamente invasi da turisti stranieri che, dopo il soggiorno a Venezia si concedono due giorni sulle Dolomiti. Ma non dispongono di un trasporto pubblico competitivo con l’auto che sono costretti ad affittare».
Quindi? «Sì all’incremento della tassa, ma solo quando riusciremo a dare una risposta in positivo agli ospiti. E, in ogni caso – aggiunge l’assessore – dovremmo essere certi che i fondi restino nella disponibilità del territorio. Oggi, invece, ne arrivano solo in quota minima».
Auronzo incassa 250 mila euro quest’anno, l’aumento rispetto al 2023 è stato del 14,5%. Secondo Pais Bianco è tutta da riconsiderare, in ogni caso, l’eventuale destinazione alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Agordo è uno di quei Comuni che ancora non applica la tassa di soggiorno. Il sindaco Roberto Chissalè ammette che ci ha fatto un pensierino. «Fino ad oggi – ammette – non c’erano le condizioni operative. Se arriva l’obbligo, ci faremo una ragione. Noi, per la verità, abbiamo lo specifico problema dell’accoglienza dei lavoratori che arrivano dall’esterno».
L’Unione Montana del Comelico è l’unica realtà sovracomunale che raccoglie la gabella per conto dei Comuni. Centomila euro quest’anno, col 39% in più. «L’incremento ipotizzato dal Governo? Tassare ulteriormente i nostri ospiti non so quanto sia nella convenienza del territorio, tanto più che per tre anni avremo il problema dell’accesso a singhiozzo, in conseguenza ai lavori in galleria. In ogni caso – afferma il sindaco di Santo Stefano, Alfredo Comis – l’introito è utilissimo per mantenere le attività di servizio turistico che oggi condividiamo. Bisognerà poi vedere come sono le modalità di applicazione: Non vorremmo che risultassero coercitive per le nostre Amministrazioni».