Omicidio del tabaccaio di Jesolo, l’assassino era già in casa
A tre mesi dall’omicidio di Roberto Basso - il tabaccaio ucciso con colpi alla testa nella sua casa, nella quale era appena rientrato dopo una giornata di lavoro - sono pochissime le certezze e ancora meno gli elementi di prova che possano dire agli investigatori di essere sulla strada per trovare l’assassino.
Una certezza gli inquirenti l’hanno raggiunta: l’omicida è entrato in casa attraverso la porta finestra che si affaccia sulla terrazza al primo piano dell’abitazione. Ha infranto il vetro e sollevato la persiana, facendo leva dal basso. Quindi è entrato.
Una ricostruzione che fa, perciò, pensare che Roberto Basso non fosse ancora rientrato, né tanto meno - a quell’ora di notte - che abbia lui stesso aperto la porta a una persona di sua conoscenza. Chi lo ha ucciso, dunque?
Un ladro di appartamenti che si è trovato davanti all’improvviso il proprietario e ha reagito colpendolo? Un rapinatore che, invece, ben sapeva che il tabaccaio era solito portare a casa l’incasso della giornata del suo avviato negozio e l’ha aspettato per aggredirlo e derubarlo?
Un sospetto ancora non c’è. Gli investigatori sembrano aver escluso qualsiasi pista personale: Roberto Basso era benvoluto da tutti. Nulla è emerso dalla sua vita personale.
A trovarlo, il giorno dopo, era stato il fratello Andrea, che non riuscendo a mettersi in contatto con lui, aveva raggiunto l’abitazione. Dopo aver invano suonato al campanello, aveva preso la scala poggiata poco lontano ed era salito sulla terrazza, scoprendo il corpo del fratello. Dopo aver allungato la mano attraverso la finestra spaccata e averlo toccato ad un piede, chiamandolo senza avere risposta, era tornato a casa, in famiglia e poi dato l’allarme.
L’autopsia ha rivelato che ad uccidere l’uomo è stato un forte colpo alla testa, ma non è stata trovata la possibile arma del delitto che - evidentemente - l’omicida ha portato via con sé. La Procura attende non solo la relazione conclusiva dell’autopsia, ma anche i risultati finali degli accertamenti effettuati dai carabinieri dei Ris. Ma le indiscrezioni al momento non sembrano aver fatto emergere alcuna indicazione particolare che possa portare a seguire una via precisa.
Roberto Basso era un tabaccaio 64enne, umile e riservato. La notte tra il 5 e 6 maggio è stato barbaramente ucciso con un colpo alla testa nella sua casa di via Antiche Mura, dove viveva da solo, dopo la morte dell’anziana mamma. Una casa isolata.
Nessuna immagine da qualche telecamera di videosorveglianza, così preziose in indagini di questo tipo. Una vita semplice la sua, quasi monacale - la descrivono i suoi amici colleghi commercianti - trascorsa tra la tabaccheria-edicola di piazza Marina e la sua casa in Paese, in una zona abbastanza isolata nelle campagna di Jesolo.
Non si tratta ancora di un “cold case” irrisolto, gli investigatori sperano di riuscire a trovare il bandolo della matassa e dare un responsabile all’omicidio. Ma al momento il “giallo” resta tale.