Spaccata in un negozio a Treviso, il titolare: «Non è più una città sicura»
Alla riapertura del negozio, la mattina del 6 agosto, ha visto subito quello che non avrebbe mai voluto vedere.
I segni sulla vetrata, il foro e le vistose crepe, i frantumi all’interno ed il cubetto di porfido vicino alla sedia dietro il bancone del suo esercizio commerciale.
Inequivocabili tracce di quanto era avvenuto nella nottata, in via Roma, a due passi dal centro e dalla stazione, all’altezza della palla in ferro battuto dello scultore Benetton.
Ignoti, o un ignoto, aveva sfondato con il cubetto la vetrata del suo negozio, nel cuore della notte.
Alessandro Bisori, commerciante di via Roma dove è titolare di un negozio specializzato in sigarette elettroniche, faticava a celare la rabbia.
«Per me è la terza volta che succede, vengo preso di mira, non può essere una colpa aver scelto di intraprendere un’attività commerciale in via Roma», è sbottato, «Mi spiace quando sento dire dal sindaco Conte che Treviso resta una città sicura. A me non sembra proprio: lo era, ma adesso non lo è più, e credo che tutti stiano vedendo cosa stia succedendo purtroppo, negli ultimi tempi, nella nostra città, e non solo qui».
Allusione esplicita, sembra, alla brutale aggressione subita la scorsa settimana da una commessa in via Avogari, alle altre risse nella zona di piazza Borsacapitate nei giorni scorsi.
La mattina del 6 agosto Bisori era impegnato, dopo aver ripulito il negozio dai segni della spaccata, a rivedere le immagini delle telecamere, prima di andare a sporgere denuncia della spaccata alle forze dell’ordine, segnatamente alla polizia.
«Non hanno rubato nulla, ma questo consola ben poco, magari sono stati disturbati al momento del blitz», fa sapere subito.
O forse era solo un gesto vandalico, o magari, visto che non è la prima volta, c’era la volontà di colpire proprio il suo negozio? «Domande che mi faccio anch’io, da quando sono arrivato questa mattina (il 6 agosto, ndr) qui in via Roma», risponde lui, «Ho aperto il negozio tanti anni fa, nel 2012 e via via la situazione in questa zona e nelle strade laterali è soltanto peggiorata».
La fotografia che scatta Bisori è allarmante: «Non credo bastino più controlli spot, o i passaggi della forze dell’ordine, nemmeno la presenza della jeep con i militari dell’Esercito, che vediamo tutti peraltro», aggiunge l’esercente, «Credo sia venuto il momento di pensare a controlli più frequenti, che davvero abbiano effetto dissuasori sui malviventi, se non addirittura a vere e proprie ronde. Qui c’è un problema di sicurezza e di ordine pubblico che si trascina e che va risolto dalle autorità e dalle istituzioni».
La storia di Alessandro Bisori dice che che prima il suo negozio venne preso di mira, quindi l’esercente fu accerchiato e minacciato da una delle bande di immigrati ( e lo salvò il provvidenziale intervento dei titolari di un vicino kebab verso la stazione ferroviaria).
Ora questo terzo colpo ai danni del negozio di via Roma. A quanto pare, tutto potrebbe esser successo anche nella tarda serata di lunedì, dopo le 23. Ma sono in corso le indagini, anche con l’ausilio delle riprese delle telecamere di sorveglianza.