Hamas nomina il nuovo capo, successore di Haniyeh: è Yahya Sinwar
Mentre si attende l’attacco dell’Iran e dei suoi alleati contro Israele, all’interno di Hamas è in pieno svolgilmento una guerra di potere tra coloro che vogliono prendere il posto di Ismael Haniyeh, eliminato dagli israeliani lo scorso 31 luglio a Teheran. Inizialmente, la Turchia attraverso un comunicato stampa del suo ministero degli Esteri aveva annunciato che Khaled Meshal era il successore di Haniyeh in quanto «capo ad interim del politburo di Hamas». Il fatto che l’annuncio lo abbia fatto la Turchia mostra come la Fratellanza musulmana vuole che Recep Tayyip Erdogan si metta alla testa dei sostenitori del movimento jihadista. Khaled Meshal, classe 1956, a sua volta miliardario esattamente come Haniyeh e il suo vice Musa Abu Marzouk, vive da anni in esilio in Qatar ed è già stato a capo dell’organizzazione fino al 2017. Non è amato a Teheran per via del fatto che in passato si è schierato con i ribelli contro Bashar Assad in Siria. Chi non ha digerito questo annuncio è il capo militare di Hamas, Yaya Sinwar, filo-iraniano, che dal suo bunker nel sottosuolo di Gaza ha fatto sapere di non accettare la nomina di Khaled Meshal, perché legato a doppio filo a Qatar e Turchia.
Oggi secondo secondo quanto riportato dai media sauditi, Hamas aveva scelto Mohamed Ismail Darwish, noto anche come Abu Omar Hassan, come successore di Haniyeh. Si tratta di una figura poco conosciuta che è rimasta fuori dalla vista del pubblico e ha svolto il ruolo di capo del consiglio religioso di Hamas. Non appena si è diffusa la notizia una fonte di Hamas ha dichiarato che Mohammed Ismail Darwish coordinerà la leadership del gruppo a Gaza, in Cisgiordania e all'estero fino alle elezioni generali, ma non potrà candidarsi ma Izzat al-Rishq, membro del Politburo di Hamas, ha negato che Darwish sia stato scelto come successore di Ismail Haniyeh, affermando che i risultati delle consultazioni saranno annunciati una volta completate.
Prima della guerra, Hamas teneva elezioni ogni quattro anni per eleggere 15 persone all'ufficio politico e alla leadership. La morte di Haniyeh ha gettato Hamas nel caos e ha rivelato una lotta interna tra il leader Yahya Sinwar e gli alti funzionari che vivono come nababbi in Qatar. Lo scontro non è certo per questioni dottrinali ma per potere e soldi. Tantissimi soldi. Quanti? Come ha scritto il New York Times nel 2018, i responsabili della sicurezza israeliana hanno ottenuto documenti segreti che rivelavano dettagli su un fondo di private equity utilizzato da Hamas per finanziare le sue operazioni. Questi documenti, trafugati dal computer di un alto funzionario di Hamas, elencavano asset per miliardi di dollari, inclusi società minerarie, allevamenti di polli e costruzione di strade in Sudan, due grattacieli negli Emirati Arabi Uniti, uno sviluppatore immobiliare in Algeria e una società immobiliare quotata alla borsa turca e centinaia di conti bancari. A tutto questo vanno aggiunte tutte le donazioni milionarie che arrivano da tutto il mondo nella Striscia di Gaza sulle quali Hamas fa la sua “scrematura”. Parliamo quindi di cifre enormi sulle quali capi e capetti di Hamas vogliono mettere le mani perché più sali nella verticale del potere e più puoi rubare a piene mani. Tre esempi su tutti: Meshal ha un patrimonio stimato in quattro miliardi di dollari, Musa Abu Marzouk di circa tre miliardi mentre il defunto Haniyeh aveva messo via un bottino pari a cinque miliardi di dollari. I figli maschi di Haniyeh sono famosi per le spese pazze nelle gioiellerie del Golfo Persico dove comprano regali per le occasionali «fidanzate».
Hamas è quindi l’organizzazione terroristica più ricca al mondo mentre i palestinesi che sono usati come scudi umani, fanno la fame da decenni mentre i loro capi gozzovigliano con le prostitute dell’Est negli hotel a cinque stelle a Doha (Qatar). I documenti, esaminati dal New York Times, avrebbero potuto essere utilizzati per bloccare i finanziamenti di Hamas e sventare i suoi piani. Tuttavia, nonostante siano stati condivisi con il governo israeliano e quello di Washington, per anni nessuna delle aziende citate nei registri ha affrontato sanzioni da parte degli Stati Uniti o di Israele, né è stata pubblicamente denunciata o è stata fatta pressione sulla Turchia, centro della rete finanziaria, affinché la chiudesse e qui ci sono enormi responsabilità che andranno chiarite ad ogni livello. Ma oggi quanto vale Hamas in termini finanziari? Lo chiediamo a Costantino Pistilli, analista e saggista: «Il patrimonio netto cumulativo dei principali leader di Hamas all'estero è stato stimato in 11 miliardi di dollari. Il Dipartimento Tesoro degli Stati Uniti nel 2023 sanzionato una rete di facilitatori finanziari che gestivano un complesso portafoglio di investimenti globali per Hamas, con asset stimati in centinaia di milioni di dollari. L’organizzazione terroristica palestinese utilizza una rete finanziaria globale per incanalare il sostegno di enti di beneficenza e nazioni amiche – come Qatar, Iran, Turchia- facendo passare denaro contante attraverso i tunnel di Gaza o utilizzando criptovalute per aggirare le sanzioni internazionali».
Mentre scriviamo è arrivato un nuovo colpo di scena; Hamas ha annunciato che sarà Yahya Sinwar, il leader dell'organizzazione terroristica nella Striscia di Gaza, a sostituire Ismail Haniyeh come leader dell'ufficio politico dell'organizzazione dopo l'assassinio di Haniyeh avvenuto a Teheran la scorsa settimana. Poco dopo l'annuncio, in molte località del sud di Israele sono state attivate le sirene di allarme rosso. A Yaya Sinwar regista degli attacchi del 7 ottobre 2023 e uomo degli iraniani, tutto il potere all’interno di Hamas. Si tratta di una scelta debole anche se molto simbolica e di forte impatto. Yahya Sinwar è nascosto da dieci mesi nei tunnel sotto Gaza e da li difficilmente potrà fermare coloro che vogliono mettere le mani sul tesoro dell’organizzazione terroristica. La guerra all’inteno di Hamas è appena iniziata.