La rinascita di Badosa: dalla carriera a rischio alla vittoria a Washington
Sembra incredibile ma è vero: si può vincere un torneo di tennis di alto livello pur essendo fidanzati. E, nonostante apparisse ancor più improbabile alla luce delle ultime cronache (rosa), addirittura è possibile farlo se si è fidanzati con un collega. I più testardi potranno comunque trincerarsi nel detto per cui esiste sempre un’eccezione che conferma la regola. Intanto, però, Paula Badosa si starà togliendo i sassolini dalle scarpe, anche se siamo abbastanza convinti che i discorsi e le battute sul suo rapporto con Tsitsipas fossero l’ultimo dei suoi problemi. Paula Badosa è tornata competitiva. I primi segnali positivi risalivano all’inizio della stagione sulla terra ma non sembravano potersi consolidare a causa dei continui problemi fisici. Poi a Roma qualcosa è scattato e infine il 500 di Washington della scorsa settimana ci ha lasciato in eredità una giocatrice ormai ritrovata e pronta per dare fastidio alle migliori del circuito.
Del resto, le posizioni di classifica che competono alla spagnola sono quelle di vertice. Attualmente numero 40 del mondo (ma senza punti da difendere da qui alla fine dell’anno), Paula è stata seconda nel ranking a fine aprile del 2022. La seconda parte di stagione non era stata all’altezza della prima con appena tre vittorie da agosto a novembre. Così era uscita dalla top ten ma sembrava una questione di poche settimane visto che aveva inaugurato il 2023 con la semifinale di Adelaide. Proprio in quel torneo aveva però rimediato una lesione muscolare all’adduttore che l’aveva tenuta fuori dall’Australian Open. Una brutta botta all’inizio della stagione ma nuovamente la terra le aveva ridato fiducia con i quarti di finale a Charleston, Stoccarda e Roma. Altro Slam in arrivo – il Roland Garros – e altro stop, però: questa volta per una frattura da stress alla colonna vertebrale.
Un infortunio complicato da gestire, come dimostrato in queste settimane dal caso di Jiri Lehecka, fermo ai box ormai da tre mesi. Un anno fa Paula provò ad affrontare questo nuovo problema con coraggio e rabbia ma il suo corpo le presentò un conto salatissimo: dopo aver superato il primo turno a Wimbledon, fu costretta al ritiro a inizio secondo set contro Marta Kostyuk e la sua stagione finì lì. Cercò infatti di recuperare per lo US Open ma il dolore era una presenza fissa nei suoi allenamenti e così decise – finalmente – di prendersi il tempo necessario per recuperare.
I mesi lontani dal circuito sono stati sei. Un periodo pieno di dubbi come ha ricordato la stessa Badosa dopo il successo di Washington: “L’anno scorso non sapevo se avrei continuato a giocare a tennis, ho lottato con il mio corpo, con il dolore. Ma volevo dimostrare alla gente che si sbagliava, questo stimolo mi ha spinto a impegnarmi”. Così è riuscita a riprendersi da altre battute d’arresto che avrebbero potuta farla arrendere. Tre dei primi sette tornei di questa stagione li aveva infatti conclusi con un ritiro a partita in corso: prima a Hua Hin, poi a Dubai e infine a Stoccarda quando era riuscita a portare al terzo set la sua grande amica Aryna Sabalenka che l’aveva poi consolata mentre Paula piangeva a dirotto.
Dopo quella partita, quasi rassegnata, aveva spiegato così la sua situazione: “A metà marzo, i medici mi hanno detto che è complicato dare seguito alla mia carriera. Dopo che li ho pregati di darmi una soluzione, mi hanno consigliato di fare iniezioni regolari di cortisone. Mi hanno detto che è l’unica soluzione se voglio continuare per qualche anno. Gli ho risposto che ne ho solo 26, è stata dura. Le iniezioni funzionano, anche se il dolore c’è e ci sono volte che non riesco a sopportarlo”.
Oltre alle iniezioni, anche gli altri trattamenti hanno iniziato a dare risposte più confortanti e in questo modo, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, Paula ha ritrovato una continuità di gioco prima e di risultati poi che le mancava da quell’aprile del 2022 in cui aveva raggiunto il suo best ranking. Il titolo a Washington, per quanto sudato fino all’ultimo set della finale contro Bouzkova, è stato per certi versi una conseguenza naturale. Le potenzialità della giocatrice nata a New York, infatti, non sono mai state in questione a partire dai suoi primi exploit nel 2021 quando, da wild card proprio come nell’ultima settimana nella capitale americana, arrivò in semifinale nel 1000 di Madrid.
In questo ultimo anno molto complicato a livello tennistico e in parte anche umano per Badosa si è inserita anche la relazione con Stefanos Tsitsipas che ha rappresentato indubbiamente una presenza importate per la giocatrice spagnola. I due hanno avuto i loro momenti difficili ma hanno dimostrato di saperli superare tornando stabilmente insieme a maggio. Prima di partire per gli Stati Uniti, Paula aveva parlato così dei giudizi della gente sul loro rapporto: “Le critiche non sono mai facili da affrontare, talvolta le troviamo divertenti perché la gente non si rende conto che noi condividiamo anche la nostra vita tennistica. Ci alleniamo molto e a volte lo facciamo anche insieme, ma senza distrazioni perché abbiamo entrambi un obiettivo ben chiaro. Personalmente mi dà fastidio che la gente parli della vita degli altri. Posso capire le critiche al mio tennis, ma è irrispettoso collegare i miei risultati a tutto questo“. Con questa vittoria, Paula ha dato un grosso scacco ai suoi detrattori e a tutti quelli che pensano che una relazione d’amore possa avere conseguenze dirette sul rendimento in campo, come se Djokovic, Nadal e Federer non fossero mai stati fidanzati.