Macron dice no alla candidata Castets: io le chiedo di insistere
Sono bastate poche ore perché Emmanuel Macron esprimesse il suo rifiuto dopo l’annuncio del Nouveau Front Populaire (NFP) della candidatura di Lucie Castets al posto di Prima Ministra.
Da quel momento, i rappresentanti del NFP non hanno fatto altro che esprimere la loro (giustificata) indignazione per l’atteggiamento sprezzante e antidemocratico del Presidente della Repubblica, rilasciando comunicati stampa e dichiarazioni per chiedere la nomina a Primo Ministro di una persona appartenente alla forza politica che ha vinto le elezioni legislative di luglio.
Come attivista del NFP e osservatrice politica, non posso rassegnarmi a ridurre la gigantesca forza vittoriosa che abbiamo scatenato a un’aspettativa condizionata dagli interessi politici del Presidente, sottomessa in più dalla tregua olimpica.
L’atteggiamento attendista delle nostre truppe non mi sembra all’altezza del messaggio di trasformazione che siamo riusciti a trasmettere a tanti elettori ed elettrici. Questo atteggiamento attendista non fa che indebolire la nostra forza politica a vantaggio dei centristi e di altri conservatori, e persino di alcuni socialisti compatibili con Macron, che stanno già pensando al dopo-Castets.
Non ci sarà un dopo-Castets. Se vogliamo rimanere coerenti con la strategia politica della nostra campagna vittoriosa, dobbiamo continuare ad assumere la nostra radicalità. Un governo del NFP esisterà soltanto se riusciamo ad imporlo grazie alla nostra forza popolare.
Per questo chiedo a Lucie Castets di formare il suo governo sociale ed ecologista non appena finirà la pausa estiva. Dovrebbe nominare i suoi ministri, presentare le principali politiche e riforme del suo governo e pronunciare il suo discorso di politica generale, non ai membri del Parlamento, ma al popolo francese.
La nostra responsabilità è quella di mantenere unite e mobilitate tutte le forze politiche del NFP. Il nostro dovere è quello di attuare il programma che gli elettori francesi hanno fatto vincere.
Il governo parallelo di Lula nel 1990
Non c’è nulla di antidemocratico in questa iniziativa, poiché non è, in senso stretto, istituzionale. È già stata applicata in passato e altrove nel mondo. Prendiamo l’interessante esempio del governo parallelo istituito da Lula in Brasile dopo aver perso le elezioni presidenziali del 1989 contro Fernando Collor, destituito due anni dopo per corruzione. Il governo parallelo di Lula durò due anni, dal 1990 al 1992. Il suo ruolo principale è stato quello di unificare i diversi settori che avevano contribuito alla campagna elettorale e di alimentare la mobilitazione rendendo concrete le proposte e chiarendo il controllo sulle misure adottate dal governo di Collor.
Il nostro contesto è diverso, poiché il governo dimissionario di Gabriel Attal non è ancora stato sostituito. Tuttavia, rimane più che mai favorevole a una vigorosa organizzazione collettiva per dimostrare, illustrare, giustificare, manifestare, conquistare e dimostrare che Lucie Castets deve essere e sarà la nostra Prima Ministra.
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