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Август
2024

«Palude Venezia», in omaggio con la Nuova venerdì 9 e sabato 10 agosto

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“Un quadro complessivo connotato dalla frequente commistione di interessi privati con quelli pubblici e dalla strumentalizzazione delle cariche pubbliche da parte di un gruppo di persone poste al vertice e in snodi chiave dell’apparato amministrativo comunale, persone che in precedenza operavano, sempre al vertice, nelle strutture societarie riconducibili al Brugnaro”.

E’ uno dei passaggi dell’informativa della Guardia di Finanza del 12 novembre 2021, alle fondamenta dell’inchiesta veneziana sfociata nella Operazione Palude del 16 luglio scorso. In essa, si indicava una macroscopica promiscuità tra gli affari delle società della galassia Brugnaro e l’azione amministrativa condotta dallo stesso sindaco e dai suoi più stretti collaboratori.

«Sono innocente, non mi dimetto»

Il sindaco si è difeso, lo scorso due agosto, in un consiglio comunale che avrebbe voluto rinviare a settembre. Sostenuto dalle forze politiche che governano la città – la Lega è arrivata a promettergli una tessera onoraria, in segno di solidarietà – Brugnaro ha respinto tutte le accuse che lo riguardano, rifiutando le richieste di dimissioni e scaricando il suo assessore Renato Boraso che a sua volta, tramite i legali, sta cercando di uscire dal carcere di Padova dove si trova tuttora recluso, unico tra gli oltre trenta indagati.

Un conglomerato di interessi illeciti

Operazione Palude individua un sistema di favori a imprese amiche diffuso alle principali società partecipate del Comune: Avm-Actv, Insula e Immobiliare veneziana e Casinò di Venezia. Oltre a un «vasto catalogo di anomalie» nella gestione amministrativa, denuncia un «conglomerato» di amministratori pubblici che tra loro programmano e condividono contenuti illeciti.

Dieci anni dopo la “Retata storica” sul Mose, una nuova altra inchiesta giudiziaria, coordinata dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini, scuote i palazzi più importanti della politica veneziana. E tratteggia la laguna, per utilizzare il nome dato all’inchiesta, come una palude in cui si muovono mediatori, arraffoni, magnati miliardari e funzionari pubblici compiacenti.

«Palude Venezia», il libro

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A questo è dedicato il libro “Palude Venezia”, che venerdì 9 e sabato 10 agosto – e solo in quelle due date – troverete in omaggio con la Nuova Venezia. Il volume a marchio ilNordEst.Libri è edito da Nord Est Multimedia, la società che edita – tra gli altri – anche questo giornale e che mira a costruire un Gruppo editoriale capace di raccontare e interpretare il Nord Est attraverso giornali cartacei, siti, piattaforme social, radio, Tv e quante altre forme utili a generare e diffondere buona informazione.

Il volume in edicola solo venerdì e sabato, curato da chi scrive con Luca Traini, è stato realizzato grazie al contributo di numerosi giornalisti della Nuova Venezia e di altre testate del nostro gruppo editoriale, Nord Est Multimedia: Alessandro Abbadir, Marta Artico, Mitia Chiarin, Giacomo Costa, Francesco Furlan, Eugenio Pendolini, Massimo Scattolin, Enrico Tantucci, Sabrina Tomè e Alberto Vitucci.

“La verità processuale richiederà naturalmente del tempo, ma c’è un altro aspetto dell’inchiesta di Venezia che è fondamentale affrontare con urgenza. E’ il tema della commistione tra pubblico e privato, che bussa con forza alle nostre coscienze e ci impone di erigere argini che oggi appaiono troppo fragili” scrive il direttore Luca Ubaldeschi nella prefazione, concludendo: “Uscire dalla palude deve essere un imperativo per chi decide le regole del gioco, ma al tempo stesso un obiettivo che tutti noi dobbiamo reclamare. Perché anche da qui passa la qualità di una democrazia”.