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Август
2024

De Luca pronto a tutto per il terzo mandato: ora vuole cambiare lo statuto e tornare alla Prima Repubblica

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Vincenzo De Luca, si sa, è coriaceo e non molla. Il governatore della Campania non intende rinunciare alla crociata per il terzo mandato. Il “re dei cacicchi”, osteggiati a parole da Elly Schlein in versione rottamatrice, adesso potrebbe trovare più di una sponda al Nazareno per fare il colpaccio. Galeotta sarebbe stata la piazza di Santi Apostoli dell’ammucchiata extralarge contro l’autonomia differenziata. Tra i presenti insieme alla Schlein, Conte e Fratoianni, anche il presidente della Campania. Tutti insieme contro il pericoloso “spacca-Italia”: un ottimo viatico per De Luca per rilanciare la proposta del terzo mandato per i governatori (tra questi anche Bonaccini (ora eurodepuato) ed Emiliano). O almeno per la Campania.

Terzo mandato, De Luca pronto a tutto

Tutto va bene, anche mettere mano allo Statuto regionale pur di non fare le valigie tra un anno. “Da quando si recepisce la legge nazionale, e la Campania non l’ha ancora fatto, è consentito svolgere un successivo mandato. È quello che sta facendo il collega Zaia, senza che nessuno abbia avuto nulla da ridire», disse tempo fa a Repubblica. Ma c’è un ulteriore strumento normativo che stuzzica la fantasia di De Luca e del quale si parla da qualche settimana nelle riunioni ufficiose. Modificare lo statuto della Campania per tornare all’elezione indiretta del presidente della Regione, come da normativa ante 1999. Insomma una gamberata, un vistoso passo all’indietro, che toglie ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente gli amministratori, sindaci e governatore.

Sul tavolo la modifica dello Statuto della Campania

Si tornerebbe alla nomina del governatore da parte dei gruppi consiliari regionali. La pratica, stando al Giornale, sarebbe  già sul tavolo della commissione Affari Istituzionali della Regione. Il presidente, Giuseppe Sommese, ha detto chiaramente che la modifica statutaria è l’unica strada per aggirare il limite dei due mandati. Modifica che, però, necessita di una maggioranza qualificata dei due terzi del consiglio regionale, per l’occasione servirebbe qualche alleato del centrodestra e abbassare le penne. La segretaria Schlein, stavolta, non sarebbe contraria. Alla faccia del nuovo corso: si torna ai tempi della Prima Repubblica quando a decidere il governatori erano le segreterie dei partiti dopo trattative modello suk.

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