Il testamento del capo scout morto a 25 anni: «Ho avuto una vita piena di cose belle»
Campane a festa hanno accolto in chiesa il feretro di Nicolò Stocco, giovane capo scout morto a 25 anni dopo cinque di indicibili sofferenze causate dal sarcoma di Ewing. Attorno a Nicolò e alla sua famiglia si sono ritrovati parenti, amici, conoscenti, l’intera comunità cristiana di Camposampiero, l’amatissima famiglia scout del Camposampiero 2.
[[ge:gnn:mattinopadova:14528647]]
Ma nessuno si aspettava che Nicolò avesse lasciato un vero e proprio testamento morale. Lo ha letto con emozione la mamma Federica con accanto papà Emilio.
«La mia vita è stata piena di tante cose belle e tante splendide persone» ha scritto Nicolò «mamma e papà che mi sono stati accanto sempre educandomi a grandi valori non mi hanno mai fatto mancare nulla, soprattutto durante la mia terribile malattia. Giacomo e Beatrice vi chiedo scusa per il tempo di mamma e papà che vi ho rubato in questi anni, ora sono tutti per voi: ascoltateli, aiutateli, amateli, siate forti e capaci. Avete entrambi la stoffa per fare grandi cose, rendetemi orgogliosi di voi. Il mio Universo scout, siete stati la linfa che ha nutrito la mia vita. Non pensiate di dimenticarmi, ho tanto lavoro per voi. Dovunque andrò ricordatevi che vi terrò d’occhio e se ascolterete bene intorno a voi mi troverete in qualche angolo di squadriglia o, perché no, direttamente in cambusa».
[[ge:gnn:mattinopadova:14529251]]
Nel suo commiato Nicolò ha ringraziato i medici che lo hanno seguito, le persone che nella malattia non lo hanno abbandonato e i tantissimi che hanno pregato per lui.
«Nicolò era amato da tanti» ha aggiunto la madre «lui ha lasciato grandi cose da fare, piano piano faremo in modo che vengano realizzate. Il suo pensiero più grande era che nessun ragazzo in futuro passi ciò che ha passato lui ma non ha voluto, durante questa cerimonia, si parlasse di donazioni. Ma che ciascuno uscendo da qui si prendesse l’impegno, rinunciando a piccole cose, a sostenere la ricerca. Perché una piccola rinuncia al giorno fanno cifre importanti che messe insieme aiutano».
Dal pulpito don Giovanni, il parroco, ha ringraziato Nicolò per il dono delle cornee e dei bulbi oculari: «Grazie a te altri vedranno» ha detto il sacerdote «consegno ai giovani due incoraggiamenti che ho raccolto da Nicolò. Il primo pensiero che aveva a cuore è che i suoi amici studiassero, una possibilità che non aveva avuto. Non accontentatevi, andate a fondo delle questioni della vita, mettete a frutto i vostri meravigliosi talenti. Secondo pensiero: Nicolò era consapevole della preziosità del tempo. Non perdiamo tempo sui social, fissiamo gli occhi di ogni uomo e di ogni donna con la medesima attenzione con cui guardiamo la notifica quando arriva sullo smartphone, mettiamo a frutto il tempo che viene donato facendo sì che ci addormentiamo la sera stanchi per aver donato amore e di aver fatto con amore quanto la vita ogni giorno ci chiede».
È stato letto il commovente ricordo di un medico che l’ha avuto in cura e non si è dimenticato di lui: «Mi stai insegnando a vivere col tuo esempio, il modo in cui hai affrontatola malattia sono quanto più vicino alla santità ci possa essere». Dai capi scout il ricordo di quello che Nicolò è stato: un capo tenace, coraggioso, dedito al suo ruolo.